foto di repertorio

La Fase 1 della campagna di vaccinazione è entrata nel vivo. In Italia e in Puglia si va a marcia spedita, le dosi somministrate al personale sanitario raggiungono numeri importanti e finalmente inizia a vedersi la luce in fondo al tunnel.

Sembra però essere nata una nuova moda, quella del “selfie after vax”. Sarà capitato a chiunque di imbattersi, sulla bacheca Facebook o in giro per Instagram, in una foto di un conoscente che ha avuto il privilegio di vaccinarsi.

E quale miglior testimonianza “acchiappa like” di un bel selfie che fotografa l’iniezione della dose del vaccino Pfizer-BioNTech?. Come se fosse più importante sorridere davanti alla fotocamera, e apparire belli allo schermo per i “followers”, del valore di quel liquido contenuto nel flacone.

Una moda ormai fuori controllo che ha preso di mira parecchi. Non tutti, c’è chi infatti utilizza il selfie per lanciare messaggi importanti e combattere la guerra contro i “no vax”, rimarcando l’emozione per un traguardo tanto sperato in questi ultimi mesi.

Ma come sempre c’è chi ne abusa, tra questi anche quelli che non rientrano nelle categorie della Fase 1. Un’altra grandissima falla del sistema che purtroppo non sorprende. Se una volta però tutto veniva fatto sottobanco, nel 2021 si è perso completamente il lume della ragione.

I vaccini aumma-aumma vengono addirittura sbandierati con fierezza sui social. Ad esempio a Brindisi sono state vaccinate circa 10 persone fuori dalla lista di priorità prevista, tra cui le mogli di alcuni medici in pensione.

All’Istituto Oncologico Giovanni Paolo II di Bari invece è scoppiata la polemica per la vaccinazione di Gero Grassi, il 62enne ex deputato e presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell’ospedale. Sotto l’immancabile foto di rito, si sono scatenati i leoni da tastiera: “se non è in prima linea contro il covid, perché si è vaccinato?”. Per un “vuoto” nella lista delle persone programmate, si è difeso l’interessato.

Ragione o no, c’è grande confusione. La Regione Puglia però ha deciso di intervenire con l’obiettivo di riportare la situazione all’ordine, mandando un messaggio chiaro a tutti i Direttori Generali delle Asl e specificando quali siano le categorie coinvolte nella Fase 1 della campagna.

“Si ricorda le categorie di soggetti cui deve essere garantita in questa prima fase la vaccinazione anti Covid-19 ossia: operatori sanitari e sociosanitari; personale delle Residenze Sanitarie e Socio Sanitarie Assistenziali (RSA e RSSA) e ospiti delle Residenze Sanitarie e Socio Sanitarie Assistenziali (RSA e RSSA) – si legge nella nota -. Inoltre, per la definizione delle priorità nella somministrazione del vaccino agli operatori sanitari e socio-sanitari nell’ambito delle articolazioni organizzative di ciascuna Azienda o Ente, si è data indicazione di adottare un approccio che tenesse conto delle variabili connesse alla esposizione individuale (DVR) secondo un ordine decrescente. Priorità nella campagna di vaccinazione anti Covid-19 (in ordine decrescente): Operatori che lavorano in articolazioni a Rischio ALTO; Operatori che lavorano in articolazioni a Rischio MEDIO – ALTO; Operatori che lavorano in articolazioni a Rischio MEDIO – BASSO; Operatori che lavorano in articolazioni a Rischio BASSO”.

“Si è rilevato che la definizione di operatore sanitario e socio-sanitario è stata in alcuni casi intesa in modo estensivo e non coerente con le finalità primarie di Sanità Pubblica ben evidenziate nella circolare del Ministero della Salute ossia, in considerazione della disponibilità iniziale di un numero di dosi limitato, in questa prima fase della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19 si opererà con l’obiettivo di massimizzare il risultato, concentrando le risorse sulla protezione del personale dedicato a fronteggiare l’emergenza pandemica e sui soggetti più fragili (operatori sanitari e sociosanitari e del personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani)” spiega la Regione.

“Al fine di uniformare l’azione da parte delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale – sottolinea l’Ente – si ritiene opportuno esplicitare quanto segue. Tra le categorie di operatori sanitari e socio-sanitari devono intendersi anche, a titolo esemplificativo e non esaustivo: a) gli operatori addetti ai servizi di pulizia e sanificazione degli ambienti sanitari; b) gli operatori delle associazioni di volontariato che operano in convenzione o, comunque, autorizzate dalle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale in servizi a diretto contatto con i pazienti (es. trasporto, ADI, attività ludico-ricreative, attività di recupero e riabilitazione e in attività di supporto psicologico, etc..); c) gli operatori di società terze impegnati nelle sedute operatorie chirurgiche; d) gli operatori di società terze impegnati stabilmente in attività di manutenzione di impianti e attrezzature all’interno di strutture di ricovero e assistenziali; e) gli operatori anche di società terze impegnati nelle attività di front office a diretto contatto con i pazienti (es. Cup/Casse ticket, Invalidità Civili, Uffici Protesi, etc..); f) gli informatori scientifici e le altre categorie di professionisti per i quali è ammesso l’accesso, con permanenza prolungata, nelle strutture di ricovero e ambulatoriali, a contatto gli operatori sanitari e socio-sanitari”.

“Si richiamano, pertanto, i Direttori Generali e, in specie, i Direttori Sanitari in qualità di coordinatori dei NOA-CovidVacc delle Aziende Sanitarie Locali, delle Aziende Ospedaliero-Universitarie nonché degli I.R.C.C.S. pubblici e privati nonché i Direttori Sanitari di tutti gli istituti di ricovero privati accreditati e delle strutture residenziali assistenziali, al rigoroso rispetto delle indicazioni nazionali e regionali in materia di esecuzione della campagna di vaccinazione al fine di garantire omogeneità nella somministrazione dei vaccino antiCovid-19 alle categorie previste – continua la Regione -. Pertanto, va posta in essere da NOA-CovidVacc e dalle Direzioni aziendali ogni azione di verifica per assicurare il rispetto delle indicazioni nazionali e regionali richiamando le responsabilità poste in carico ai soggetti responsabili a livello territoriale della organizzazione delle attività della campagna di vaccinazione o dei responsabili dei singoli punti vaccinali formalmente individuati da ciascuna Direzione Sanitaria aziendale”.

“In relazione agli obblighi informativi, si conferma che è stata adeguata l’Anagrafe Nazionale Vaccini e, coerentemente, anche il sistema informativo regionale GIAVA affinché tutte le somministrazioni siano registrate tempestivamente e, comunque, non oltre la giornata di vaccinazione da parte di tutti gli operatori addetti alle attività nei punti vaccinali ospedalieri e territoriali – conclude la Regione -. Si conferma, altresì, che entro il 15.01.2021 sarà attivata la piattaforma regionale per la gestione delle agende di disponibilità e delle prenotazioni delle vaccinazioni antiCovid-19 integrata con il sistema informativo regionale GIAVA al fine del rispetto del nuovo obbligo informativo introdotto dal Ministero della Salute”.