Contrastare verdetti e giudizi sul coronavirus o eventuali casi positivi è quasi più complicato della stessa lotta al virus. Non avendo comunicazioni ufficiali precise – in alcuni casi neppure i sindaci sono ben informati – si fa confusione tra il paese di residenza o domicilio del paziente deceduto e quello in cui per esempio lavorava. Succede anche per i positivi, tenuti all’oscuro della popolazione che alimenta pericolosi chiacchiericci di ogni tipo.

In qualche circostanza si è portati a credere che si abbia a che fare con più casi, ma in realtà si tratta dell’identico paziente, come accaduto per il farmacista di Acquaviva che lavora ad Adelfia, oppure per l’insegnante dell’Istituto Margherita di Bari originaria di Adelfia.

L’ultimo malinteso è quello relativo al decesso dell’indimenticato fisiatra 67enne Mario Salerno. Il medico risiedeva a Bitritto, lavorava a Sannicandro e frequentava altri paesi, compreso Adelfia. Dunque, per esattezza di comunicazione, che ogni giorno ci sforziamo di inseguire dovendo sbattere contro diversi muri di gomma, a Sannicandro non è deceduto nessuno.

Il decesso del medico residente a Bitritto ha scatenato illazioni a catena, come quella relativa alle condizioni di due fisioterapisti in servizio in una struttura di Adelfia, ma residenti a Sannicandro. I due, che sono stati costretti a fare un video messaggio per chiarire la situazione, non sono mai stati positivi. È

Dalla struttura presso cui lavorava Salerno ci hanno confermato che il medico è stato ad Adelfia alla fine del mese di febbraio. Il resto è storia, ma soprattutto confusione per l’incertezza delle comunicazioni e la riduzione dei casi e dei decessi a meri numeri. Basti pensare alla difficoltà nella ricostruzione della mappa dei contatti con i pazienti positivi che stanno avendo nei paesi con un maggior numero di casi positivi.