“Se non te ne vai prendi mazzate”. I pescatori del Molo San Nicola, per tutti N’ dèrre a la lanze, ci hanno puntato da un bel pezzo. Nelle ultime settimane, dopo i blitz contro la storica vendita del pesce al Molo San Nicola, la situazione è precipitata. I commercianti vogliono il nostro scalpo e solo il chiarimento faccia a faccia ha evitato il peggio.

Non fossimo riusciti a spiegare le nostre ragioni, avremmo rischiato la rissa. “La Polizia Locale ci ha detto che Il Quotidiano Italiano aveva scritto della vendita dei piattini col crudo di mare dopo i blitz. Non ho dormito la notte perché pensavo a quando ti avrei incontrato per fartela pagare”. Nicola, era l’abusivo della bancarella più pittoresca, quella grande che vendeva piattini col crudo di mare. Ha chiesto più volte di regolarizzare la sua posizione.

“Per la somministrazione di cibi e bevande ci vuole un box”, dice mentre gli facciamo vedere qual è il pezzo incriminato e quale il giornale che lo ha pubblicato. “È assurdo che nel capoluogo pugliese questo non si faccia, mentre a Gallipoli e Savelletri, tanto per fare alcuni esempi, si è già provveduto”, aggiunge incredulo. La cosa grave di questa storia, è che abbiamo rischiato le mazzate perché alcuni individui con addosso la divisa da vigile urbano – non quelli accorsi oggi al molo – hanno addossato su di noi le colpe sull’intensificazione dei controlli.

Assurdo, infantile e intollerabile che il comandante della Polizia Locale, Michele Palumbo, ci abbia cacciato dal gruppo Whatsapp attraverso cui informa tutti i giornali locali dell’attività del Corpo, continui a fuggire a un confronto dopo il pezzo della multa fra colleghi in corso Vittorio Emanuele e permetta ad alcuni suoi sottoposti di andare a screditare il nostro lavoro. Oggi ci è mancato poco, ma la prossima volta cosa succederà? Riusciremo sempre a spiegare le nostre ragioni?

Oggi la Polizia Locale è andata a togliere un piattino di ricci di mare. Non si può vendere, a differenza dello scempio che accade tutti i giorni nella città vecchia, dove vengono consentite attività di somministrazione e vendita di cibo davanti a chiunque e senza alcun controllo. “Ho iniziato a vendere cinque, dieci, poi cento piattini di crudo di mare – incalza Nicola – ho fatto venire cento turisti qui al molo, ma invece di premiare questa cosa e consentire la nostra regolarizzazione ci tartassano senza pietà. Siamo al paradosso di poter vendere ricci chiusi in una vaschetta a 30 gradi, ma non già aperti in una vaschetta con il ghiaccio, in modo che la temperatura scenda almeno a 20 gradi”.

Non è una cosa personale, non lo è mai stata, al contrario di quanto pensano alcuni uomini e donne della Polizia Locale. Vorremmo solo che questa amministrazione dica una volta per tutte cosa è abusivo e cosa no, cosa è illegale e cosa no. Perché ci sono famiglie alle quali è consentito di sbarcare il lunario in barba alle regole, mentre ad altre non viene permesso. Interventi uguali e perentori, senza aspettare l’incancrenimento di certe situazioni eviterebbe di arrivare a questo punto: una tolleranza ben lontana dallo zero annunciato, in cui chiunque è spaesato da un Sindaco che in campagna elettorale apre insieme a pescatori e abusivi cozze e ricci di mare, gli stessi che ora vengono sequestrati.