Nel giorno in cui il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dà del venditore di pentole al Premier Renzi, Decaro scioglie la riserva e spiega la sua posizione in merito al referendum del 17 aprile. Non voterà sì, ma neppure no. La sua sarà una scheda bianca. Ecco le motivazioni.

Da sindaco di Bari e della Città metropolitana, diversi mesi fa, mi sono impegnato, facendo approvare dai rispettivi consigli, mozioni e risoluzioni finalizzate a richiedere al Governo di modificare la legge in materia di ricerca e di estrazione di idrocarburi in mare. Le nostre proposte sono state recepite nella Legge di Stabilità 2016 che ha anche modificato, come richiedevano le regioni, le precedenti norme che di fatto rendevano possibile l’attività estrattiva.

Ci sono stati momenti, anche qualche anno fa, in cui era all’ordine del giorno il rilascio di nuove concessioni per le prospezioni, con il rischio che le piattaforme si moltiplicassero. In quel momento, con convinzione ho sostenuto la battaglia per proteggere il nostro mare, l’ho fatto come politico, come rappresentante delle istituzioni e come cittadino pugliese. 
Oggi grazie anche a questo impegno la legge italiana sulle piattaforme petrolifere è la più restrittiva d’Europa: nel nostro mare è vietato autorizzare nuove trivellazioni entro le 12 miglia. 

Questo è un risultato straordinario per tutti coloro che come me, in questi anni, si sono battuti per evitare nuove trivellazioni, per tutelare l’ ecosistema marino e per salvaguardare la bellezza e il patrimonio paesaggistico della nostra costa. 

Tuttavia è rimasta in vigore una norma, quella relativa al referendum, che non riguarda nuove trivellazioni entro le 12 miglia, già vietate, ma solo la proroga, alla scadenza, delle concessioni già rilasciate e da anni in esercizio, fino all’esaurimento dei giacimenti già coltivati.

Posto che, qualunque sia l’esito del referendum, questo non comporterebbe una chiusura delle piattaforme, credo che il dibattito di questi giorni, che ha affrontato argomentazioni anche molto tecniche e complesse, sia legittimo tanto a sostegno del Si quanto a sostegno del NO e che i cittadini abbiano sempre il diritto di esprimersi.

Personalmente, non ritenendo il quesito referendario determinante per le vicende del nostro territorio, parteciperò al voto con la scheda bianca, augurandomi che il referendum raggiunga il quorum e che i cittadini che si sono formati un proprio giudizio possano decidere per il sì o per il no, con la certezza che la battaglia per vietare nuove trivelle nel nostro mare, l’abbiamo già vinta.