Ne avevamo parlato nei mesi scorsi, la storia è quella del bando di gara per l’appalto del servizio di vigilanza, stilato in maniera così lacunosa da non prevedere la clausola per la continuità del lavoro, ovvero l’obbligo di assunzione dei dipendenti da parte del nuovo aggiudicatario. Sembrava tutto risolto, con l’intervento della Filcams Cgil e l’impegno della URBE di Roma, vincitrice della gara, ad assorbire il personale.

A quanto pare, però, le cose sono andate diversamente, e così 5 dipendenti non hanno più un lavoro mentre gli altri si ritrovano con lo stipendio drasticamente sceso da 1100/1200 a 750 euro lordi al mese, per 40 ore lavorative a settimana. Una situazione esplosiva, tanto da generare reazioni eclatanti come quella avvenuta sabato sera alla prima della Sonnambula.

Pasquale De Giosa è l’autore di quel gesto clamoroso. Arrabbiato, disperato, con il filo di voce che gli è rimasto racconta la sua storia. Anche questa mattina è davanti ai cancelli del teatro con i suoi colleghi, per cercare di parlare con qualcuno, senza ancora esserci riusciti.

«Non è stato un gesto premeditato, la persona che è stata oggetto di quelli insulti sa che lo rispetto e l’ho sempre rispettato -racconta Pasquale- tutto questo è il frutto di tutto il film che io ho visto in questi quattro anni e mezzo. La cosa che mi fa più rabbia è che siamo stati presentati come carne da macello».

Pasquale lavora al Petruzzelli dalla fine del 2009, prima direttamente per la Fondazione, poi per la Sama quando il servizio è stato esternalizzato nel 2012: «La Sama si è comportata benissimo con noi, ci garantiva tutti i diritti, la tredicesima e la quattordicesima, i festivi, i notturni…con loro era tutto a posto. Poi questa estate ha perso la gara per 50 centesimi. Ora 5 di noi si ritrovano senza lavoro e io con un contratto di 750 euro lordi senza quattordicesima, senza buoni pasto e indennità di turno, 500 euro di affitto da pagare e una bimba celiaca a cui non so come dare da mangiare».

Gaetano De Santis è uno di quelli non assorbiti dalla URBE: «Il mio problema è che ho dei precedenti penali, ho commesso degli errori in passato e ho pagato la mia colpa. Lavoro al Petruzzelli da ottobre 2009, oggi hanno sollevato la questione dei miei precedenti penali, perché prima non erano un problema e adesso invece sì? Oltre a questo, io appartengo ad una categoria protetta, sono parzialmente invalido e quindi tutelato dalla Legge. Nonostante questo oggi mi ritrovo senza lavoro».

Pasquale, Gaetano, e gli altri guardiani del Petruzzelli, quattordici in tutto, chiedono il ripristino delle condizioni di lavoro. Alla URBE, ci dicono i custodi, danno la colpa al bando di gara che non permette di fare diversamente, con la Fondazione invece non riescono a parlare.
Che ne sarà dei guardiani e delle loro famiglie adesso?

Naturalmente siamo a disposizione della UBRE, della Fondazione e della Cgil nel caso vogliano dire la loro. Noi speriamo solo che i risparmi di cassa attuati dal commissario Fuortes non siano tutti e solo a discapito dei lavoratori.