Un “genio del male”, impiegato in un ufficio del Comune di Bari, sostiene che il giornalista e il cittadino colpito di striscio dalla copertura del lampione in via Nazariantz, si sono messi d’accordo. I due, a suo dire, nottetempo avrebbero preso una un cestello elevatore e sarebbero saliti fino in cima al palo della pubblica illuminazione, per sganciarlo, attaccare malamente il nastro isolante e far credere potesse essersi trattato di un incidente.

Nessun “gomblotto”, nessun inciucio in salsa barese, mio caro dipendente pubblico, piuttosto si tratta di un attentato all’incolumità di quanti passano sotto i fari dei lampioni dell’illuminazione pubblica. Per dimostrare la tesi, il giornalista e il cittadino indignato si sono fatti un giro per la città con lo sguardo rivolto in alto, quasi a farsi venire il torcicollo.

Quei due disgraziati, pur non essendo riusciti a percorrere tutte le strade cittadine, hanno trovato altre coperture incerottate col nastro isolante, al contrario di come dovrebbe essere: due ganci laterali a tenere insieme le due parti del lampione. Non solo. Pensi un po’, caro impiegato dell’ufficio pubblico come l’illuminazione, che il giornalista e il cittadino hanno persino trovato pali con il faro dalla copertura penzolante.

Avessimo davvero una scala abbastanza lunga, un cestello, una gru o qualiasi altro mezzo in grado di portarci così in alto, non avremmo esistato a mettere in sicurezza quei lampioni. Se ci pensa bene, però, neanche lei lo deve fare fisicamente. Le diamo un consiglio, segnalandole (come da fotografia) alcune situazioni particolarmente pericolose a San Girolamo (faro incerottato); nelle vicinanza della Fiera del Levante (faro tenuto col fil di ferro), o come succede al quartiere San Paolo, in via Castelluccio, dove le coperture dei fari in prossimità del supermercato Alter Discount, penzolano in attesa che qualcuno le rimetta a posto, magari né col fil di ferro né col nastro isolante.

Ai cittadini, anche a quelli che sposano la tesi del complotto, diamo il suggerimento di guardare avanti, ma ogni tanto anche in alto.