Il 3 dicembre del 2014 vi avevamo raccontato la storia di Giuseppe Angiulli, un uomo con seri problemi che viveva al buio, in mezzo ai topi e ai loro escrementi. Le sue condizioni erano disperate. I giorni che seguirono al nostro servizio si attivarono tutti per rendere migliore la vita di Pinuccio, lo chiamano così in strada San Sebastiano, a Barivecchia.

Le Pulizie, le tensioni degli operatori Amiu con la sorella dell’uomo, l’ospitalità nella Cattedrale fino al termine dei lavori di ristrutturazione, l’intervento della Multiservizi, l’annuncio del ritorno a casa, il lavori in corso, il ritorno a casa con le dichiarazioni dell’assessore comunale, il premio consegnatoci per aver raccontato e provato a risolvere questo dramma.

A pochi giorni dal Natale, che Pinuccio trascorrerà da solo come sempre, siamo andati a trovarlo, scoprendo che le sue condizioni sono tornate ad essere disperate, purtroppo anche per la sua incapacità di badare a se stesso. Il cartongesso messo all’epoca è completamente inumidito, la porta d’ingresso è scassata e i soliti vandali non hanno mai smesso di penderlo in giro: petardì e urina contro l’ingresso. Pinuccio per sfogarsi prende a pugni il “muro finto”. Non c’è aria, il tanfo è da star male.

Sappiamo che il Comune due anni fa ha provato a fare il possibile per aiutare Giuseppe Angiulli ad avere una casa e una vita più dignitosa. L’esperimento, purtroppo, è fallito, probabilmente perché le leggi impediscono di prendere soluzioni diverse, oltre al fatto che Pinuccio quella casa, diventata di nuovo tugurio, non la vuole proprio lasciare. “Vuole essere solo imbianchito”, continua a ripetere chiedendo un nuovo intervento di pitturazione.

Il guaio è che imbiancare il cartongesso serve a poco. Ci vorrebbe una ristrutturazione profonda, non tanto della casa nel cuore del centro storico, quanto della sua vita allo sbando. I vicini lo aiutano. L’oste, il macellaio, il fruttivendolo si danno da fare, ma la situazione cambia poco. “Mettetelo in una struttura protetta”, dice chi da tempo pensa che sia questa l’unica soluzione. Non entriamo nel merito della faccenda. Vogliamo augurarvi Buon Natale, quest’anno lo abbiamo fatto in mille modi, anche in maniera divertente e irriverente divertente. Oggi vogliamo suscitare in voi una riflessione, qualunque essa sia.