Nella provincia di Bari sono in preoccupante aumento i casi di anoressia e bulimia, così come tanti altri Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) che stanno travolgendo persone sempre più giovani, anche sotto i 14 anni. Sono circa 80 i casi già presi in carico dall’Asl barese dall’inizio dell’anno ad oggi: un numero significativo, considerando che si tratta di interventi di alta complessità che richiedono un team multidisciplinare.

Temi e materie complesse che vengono trattate nel corso di formazioneI Disturbi del Comportamento Alimentare in Età evolutiva. Dalla diagnosi al trattamento multidisciplinare Ospedale-territorio“, articolato in tre moduli, che si è tenuto ieri 26 giugno ed è in programma oggi, 27 giugno, per l’ultimo appuntamento nella Sala Convegni dell’Ospedale San Paolo di Bari. Questa prima edizione è stata dedicata esclusivamente agli operatori sanitari del Dipartimento Medicina dell’Età Evolutiva: neuropsichiatri infantili, pediatri e infermieri ospedalieri, psicologi, educatori, terapisti della riabilitazione psichiatrica.

Del comitato scientifico fanno parte il dottor Mariano Manzionna, direttore del Dipartimento Medicina dell’Età Evolutiva della ASL Bari, il dottor Vito Lozito direttore Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASL Bari, la dottoressa Marina Di Cagno psicologa e psicoterapeuta, la dottoressa Anna Rosa Melillo psicologa e referente Formazione del Dipartimento Medicina dell’Età Evolutiva, a testimonianza dello sforzo di coinvolgere professionalità e strutture diverse che attraversa trasversalmente l’azienda sanitaria. Fondamentale l’apporto del professor Michele Rugo, medico, psichiatra, psicoterapeuta, esperto in Management sanitario e della sua équipe di docenti esperti nel trattamento dei DCA nella fanciullezza e in adolescenza, i quali hanno proposto un efficace modello multidisciplinare di presa in carico semiresidenziale e residenziale di persone in età evolutiva, anche gravi.

“Stiamo osservando un certo aumento dei casi clinici – ha spiegato il dottor Manzionna – anche legati al periodo post-pandemico e per questo abbiamo iniziato ad attivare, con la formazione, un gruppo di lavoro per delineare una presa in carico multidisciplinare che operi su diversi piani, dalla prevenzione alla cura”.

Impegno richiesto, del resto, dalla stessa complessità dei Disturbi del Comportamento Alimentare, un gruppo di condizioni cliniche estremamente complesse, caratterizzate da anomalie negli schemi di alimentazione, da un’eccessiva preoccupazione per la forma fisica, da un’alterata percezione dell’immagine corporea e da segnali d’allarme (diete dimagranti, eccessiva attività fisica, calo ponderale significativo, cambiamento d’umore ecc.), alcuni dei quali possono significare un disagio psicologico profondo per i quali è necessario cercare tempestivamente l’aiuto del professionisti.

“I casi di DCA sono aumentati del 30% – ha sottolineato la psicologa della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Marina Di Cagno – e le richieste di prima visita del 50%, con un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto a qualche anno fa e con un ulteriore abbassamento dell’età di esordio sotto i 14 anni. Gli adolescenti sono vulnerabili, timorosi del giudizio sociale e di quello dei pari, soprattutto nella fase di costruzione della propria identità. Le famiglie, i genitori richiedono percorsi di “parent training” personalizzati. Per la nostra esperienza, intercettare l’esordio, i primi segnali di un sospetto DCA a 9-11 anni significa intervenire tempestivamente, programmare la cura personalizzata, migliorare la prognosi”.

“La complessità delle cure dei DCA in fanciullezza e adolescenza – ha raccontato il dottor Vito Lozito – richiede un percorso diagnostico–assistenziale del Dipartimento che consentirà di creare una fattiva integrazione ospedale-territorio, ossia tra le Pediatrie ospedaliere e la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e poter offrire in futuro una omogeneità di offerta di assistenza territoriale, sempre più in prossimità del contesto di vita del paziente, della sua famiglia e della sua Scuola”.