Le precisazioni del sindaco di Bari, Antonio Decaro, sui risultati della relazione degli ispettori del ministero dell’Economia e delle Finanze, non hanno lasciato solo noi perplessi. La politica s’interroga sull’efficacia di quanto dichiarato dal primo cittadino barese in risposta alla sonora bocciatura in merito alla gestione del personale e di certi appalti. Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’onorevole Antonio Distaso (COR).

LA NOTA DI ANTONIO DISTASO – Crediamo sia il momento, per il Sindaco di Bari, di mettere da parte difese generiche e dare ai cittadini le risposte che attendono. Il punto è se ci sia stato o no un danno per le casse municipali pari a 50 milioni di euro. Sarebbe interessante, a questo punto, sapere se l’Organo interno di revisione del Comune si sia pronunciato in merito alla relazione del Mef o se sia stato interpellato.

Nell’ultima assemblea il Sindaco, nel discutere i rilievi operati dal Mef, in particolare dall’Ispettorato di finanza della Ragioneria generale dello Stato, su delibere di giunta riguardanti lui e il suo predecessore, ritiene opportuno attaccarmi personalmente, ovviamente in mia assenza. La mia colpa è di aver presentato, sul punto, una dettagliata interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia e delle Finanze. Non mi sorprende, perché spesso si cerca la polemica quando mancano le argomentazioni. Decaro, nella sua difesa in Consiglio, avrebbe dovuto sciogliere tutti i dubbi legati a un eventuale spreco di denaro pubblico e invece ha chiamato in causa il passato in maniera generica, in relazione a delibere di giunta del periodo 2000-2004. Peraltro in quegli anni ero un consigliere comunale e non un componente della giunta.

Al Sindaco faccio rilevare sommessamente che la relazione dell’Organismo ministeriale riguarda gli anni 2010-2015, quattro anni Sindaco Emiliano e un solo anno Sindaco Decaro, ma con una continuità amministrativa garantita dallo stesso Segretario generale. Quello che appare è che questo governo comunale è palesemente inefficiente, oltreché, stando sempre alla relazione ministeriale, molto poco accorto nella gestione di fondi pubblici.