Mario Conca e Marco Galante, consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della Terza Commissione Sanità, hanno depositato in procura atti e verbali delle audizioni tenute in commissione sull’operato del CIV e del Direttore Generale dell’istituto oncologico di Bari, Antonio Quaranta, ancora indeciso circa l’irrevocabilità delle proprie dimissioni.

“Nel corso delle audizioni in III Commissione Sanità – dichiarano Conca e Galante – sono emerse notizie circa possibili reati. I testimoni sono sindacalisti e dipendenti dell’Istituto e addirittura il Direttore Scientifico. C’è la possibilità che il Direttore Generale abbia utilizzato nel bilancio dei fondi destinati alla ricerca, c’è un possibile conflitto di interesse del Presidente del Comitato Etico, c’è forse pure un’attribuzione di due obiettivi al Dg che non hanno a che fare con la mission dell’Istituto e molto altro ancora”.

Nelle scorse settimane il consiglio regionale della Puglia e, più specificatamente, la III Commissione Consiliare (Sanità e Servizi Sociali) sono stati impegnati in un percorso di approfondimento in merito all’operato del Consiglio di Indirizzo e Verifica e del Direttore Generale del Giovanni Paolo II.

“Il Movimento 5 Stelle – proseguono i pentastellati – ha chiesto fino all’ultimo le dimissioni di tutti i componenti del CIV e di conseguenza del Direttore Generale Quaranta, ma la Terza Commissione ha preferito fare dietrofront rispetto alla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale del 29 settembre scorso, con la quale si chiedeva agli stessi componenti del CIV dell’oncologico di rimettere il mandato alle valutazioni della giunta regionale. Avevamo inoltre, dopo le pesanti rivelazioni emerse, chiesto al presidente della commissione sanità, Pino Romano, di portare egli stesso tale documentazione all’attenzione degli organi giudiziari affinché si procedesse con le verifiche del caso ma ciò non è mai accaduto”.

E così gli stessi consiglieri M5S hanno depositato presso la Procura della Repubblica di Bari un fascicolo contenente anche i verbali e le relazioni del Collegio Sindacale dell’Oncologico in merito ai bilanci 2012, 2013 e 2014.

“Quando un amministratore ha il sospetto che si sia consumato un reato nella pubblica amministrazione – concludono i 5 Stelle – ha due doveri civici prima che morali a cui rispondere: porre rimedio anche in autotutela alla situazione illegittima che si è creata e documentare tutti i fatti di cui è a conoscenza presso la Procura”.