L’emergenza coronavirus in Puglia ha provocato una forte crisi dell’economia con la riduzione nel 2020 del 10.2% le ore complessive di lavoro e, nonostante il blocco dei licenziamenti, il numero di cittadini occupati è calato di 13mila unità. I dati sono evidenziati nel report “Economia in Puglia” realizzato dalla Banca d’Italia.

“La crisi generata dalla pandemia Covid – si legge nel report presentato in conferenza stampa dal direttore generale Pietro Sambati – ha avuto pesanti ripercussioni sull’economia pugliese. Nel 2020 il numero di ore autorizzate di Cig è stato particolarmente elevato durante i mesi di aprile e maggio e si è poi ridotto nei mesi estivi. Tenendo conto del numero di ore mediamente lavorate nei settori produttivi, si tratta di circa 110mila occupati equivalenti, pari a poco meno di un decimo del totale degli occupati in regione».

Riduzione anche nel reddito delle famiglie. Nel 2020 è calato dell’1.4%, rispetto al 2.7% in Italia, provocando di conseguenza un calo dei consumi all’11.5%. Questo però ha determinato un aumento dei risparmi che ha contribuito alla liquidità delle famiglie.

“Secondo le nostre stime – continua il report – la crisi ha comportato inoltre un forte aumento della disuguaglianza del reddito da lavoro, che nel 2020 ha raggiunto livelli superiori a quelli toccati a seguito della crisi del debito sovrano. Si è registrata, inoltre, una crescita degli individui in nuclei particolarmente esposti al rischio occupazionale”.

A causa della pandemia nel 2020 è cresciuto il ricorso al Reddito e alla Pensione di Cittadinanza ed è stato introdotto il Reddito di Emergenza. Le famiglie pugliesi che hanno usufruito dei redditi alla fine del 2020 sono state all’incirca 140mila, l’8.7%. Mentre il reddito di dignità è stato richiesto da circa 2.600 nuclei famigliari.