Gianluca Jacobini, condirettore della Banca Popolare di Bari.

Dopo i problemi vissuti dagli azionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, azzerati dalle gestioni di Gianni Zonin e Vincenzo Consoli, il condirettore della Banca Popolare di Bari Gianluca Jacobini ha deciso di tranquillizzare i 70mila soci dell’istituto, pochi giorni dopo l’ispezione effettuata da Bankitalia, relativa alla valutazione del credito e al finanziamento per l’acquisto di azioni proprie.

“Sinceramente – dichiara Jacobini – in questo momento la comunanza con quelle due banche non ci fa piacere, abbiamo appena chiuso un’ispezione dove in maniera routinaria la vigilanza è venuta a verificare determinate situazioni e siamo molto sereni sull’esito. Le situazioni sono completamente diverse anche considerato che in quelle banche ci sono state delle vere e proprie malversazioni”.

Dopo le pulizie di bilancio che nel 2015 costrinsero la Banca Popolare di Bari a chiudere il bilancio con un rosso di 297 milioni, Jacobini ha escluso la possibilità che ne avvengano di nuove, negando anche l’esistenza di finanziamenti vincolati all’acquisto dell’istituto. I soci sono però preoccupati, dopo il taglio del 20% del prezzo delle azioni avvenuto nella scorsa primavera, contestualmente al blocco del borsino interno alla banca, che impedisce a chi voglia farlo di liquidare i propri titoli.

L’attenzione è puntata giocoforza sul valore del recesso, in attesa dell’assemblea per la trasformazione in Spa, prevista per l’11 dicembre: “Il prezzo di recesso è in corso di valutazione”, afferma Jacobini, “non dico né se si apprezza, né se si deprezza”, mentre il valore delle azioni è “legato molto all’andamento industriale e noi siamo convinti di fare bene”. Il clima con i soci è meno gelido, dopo l’incontro tenutosi mercoledì scorso con il Comitato per la tutela degli azionisti. La banca ha peraltro dato piena disponibilità a dare una mano ai soci in difficoltà e a individuare soluzioni che favoriscano una maggiore liquidità del titolo.