“Domani sarà a Bari il Ministro del Lavoro, l’onorevole Giuliano Poletti, per l’inaugurazione di un’iniziativa della Regione Puglia, nata ufficialmente per contrastare la disoccupazione, in realtà è il nuovo regalo alle imprese. Insomma l’ennesima illusione per i disoccupati e precari. Si tratta del cosiddetto Reddito di Dignità”. A dichiararlo sono i portavoce dell’Unione Sindacale di Base.

“Abbiamo già detto che questa misura, sia per l’importo economico sia per la farraginosità delle procedure e dei criteri (modello ISEE sotto i tremila euro, nucleo familiare, disponibilità ad eventuali attività lavorative ecc) è, a nostro avviso, destinata a creare un’illusione tra i tantissimi disoccupati, mentre la stragrande maggioranza dei precari resterà esclusa da questa proposta.

Questa iniziativa è destinata al fallimento come le tante altre iniziative avviate dai comuni e dalla regione  in questi anni che non hanno prodotto alcun risultato concreto, vedi: il progetto garanzia giovani, i lavori di pubblica utilità, i cantieri di cittadinanza… in realtà così come vogliono il Ministro della disoccupazione Poletti  ed il Governatore della regione M. Emiliano, queste misure altro non sono che regali alle aziende che avranno manodopera  gratis senza alcun impegno alla creazione di posti di lavoro stabili.

A differenza di quasi tutti i paesi europei dove esistono forme di reddito di cittadinanza vere, in Italia si continua a pensare che solo finanziando le imprese è possibile creare lavoro.

Da sempre l’USB è impegnata a rivendicare un vero reddito di cittadinanza, unica proposta che può veramente contrastare le povertà dilaganti nel nostro paese.

Ad oggi tutte le politiche di incentivi alle aziende non hanno dato i risultati sperati, anzi in molti casi hanno contribuito ad eliminare le tutele per i lavoratori e aumentato a dismisura la precarietà. L’uso illimitato, da parte dei datori di lavoro, dei voucher, ne è un esempio lampante perché altro non è che la legalizzazione del lavoro nero.

Farebbero bene il Ministro e le istituzioni regionali a riflettere ed impegnarsi in un vero piano per l’occupazione, cominciando a sbloccare le opere pubbliche, quelle utili per i cittadini, la messa in sicurezza delle reti ferroviarie, la cura del territorio (non è possibile che ad ogni temporale si allaghi metà della regione mandando in crisi l’agricoltura) la regolarizzare del lavoro agricolo, il risanamento vero delle scuole e università.