«Esplode definitivamente il caso della casa di riposo ex ONPI in merito alle scelte dell’Amministrazione comunale di affidare con procedure diverse sia la gestione del servizio di assistenza domiciliare sia i servizi di guardiania. A protestare oggi davanti a Palazzo di città sono proprio i lavoratori con il Sindacato della UGL». Lo dichiara in una nota il consigliere Comunale Irma Melini, ex di Forza Italia oggi nel Gruppo Misto – Indipendente.

«I 48 dipendenti dell’ex ONPI sarebbero dovuti essere garantiti tutti nella uguale maniera – prosegue la Melini – Invece, il Comune riserva a 6 operatori su 48 un trattamento occupazionale peggiorativo attraverso l’affidamento del servizio di guardiania, gli altri 42 finiscono nelle “mani” di una società siciliana il cui allora presidente, Busacca, fra la aggiudicazione provvisoria e quella definita è stato arrestato per frode, corruzione, concussione e truffa aggravata».

«Singolare in merito a quest’ultimo caso è che la sola Società partecipata Amgas spa – conclude la nota del consigliere comunale – si sia dotata in questi anni di un protocollo di legalità, anche sottoscritto con la Prefettura di Bari, più un rating di legalità certificato dall’Anac, che garantisce maggiori vincoli a tutela proprio del Pubblico rispetto alle aziende colpevoli o presunte colpevoli di reati contro la Pubblica Amministrazione».

«Questi lavoratori provengono da una struttura di proprietà del Comune – ha detto Vincenzo Abbrescia dell’UGL ricostruendo la vicenda – nel 2013 venne chiusa per dei lavori di ristrutturazione, ma ad oggi è stato seguito solo il 30% delle cose da fare. Da allora sono stati impiegati dal Comune per effettuare assistenza domiciliare agli anziani tramite un servizio gestito dalla Sirio. Nel 2013 fu firmato un protocollo col sindacato secondo il quale, qualora fosse cambiato il gestore del servizio, avrebbero tutti quanti usufruito della clausola sociale, e invece così non è stato, tanto è vero che dal 1° marzo 42 passeranno sotto la Diomedes, altri 6 no, con la scusa che questi ultimi non hanno svolto servizio di assistenza domiciliare, ma bensì guardiania».

«Stiamo ancora discutendo dell’assunzione del boss Diomede in Amiu – ho concluso Abbresica – e il Comune assegna il servizio a una società coinvolta in situazioni poco chiare, chiediamo al sindaco di rivedere immediatamente la situazione, il 29 febbraio la gestione passa dalla Sirio alla Diomedes, non c’è più molto tempo».