Sbatte a un palo mentre fa jogging, ma la commozione è soprattutto dei passanti. Niente di che, ma un’ambulanza non la si nega a nessuno, sempre meglio non avere complicazioni sulla coscienza i in un’aula di Tribunale. L’episodio risale a qualche giorno fa ed è stato uno dei primi del nuovo corso, quello post covid. Un “ritorno al futuro” dell’emergenza-urgenza barese.

Gli eroi del covid: medici, infermieri, autisti e lavoratori in nero vestiti da soccorritori volontari, sono tornati a salvare vite qualunque, ma soprattutto a fare i tassisti a qualunque ora del giorno e della notte. L’uso dell’ambulanza è tornato buono per ogni occasione: slogature, diarree, piccoli e grandi problemi psicologici, trasporto in ospedale di ultra novantenni cronici o di pazienti trovati sull’uscio di casa con la valigia pronta per riuscire a sottoporsi a visite ed esami che attraverso il cup avrebbero potuto prenotare con un ritardo di mesi.

Dolori al petto e insufficienze respiratorie spesso nascondono ben altre e meno gravi esigenze, ma in presenza della parola d’ordine difficilmente l’operatore della Centrale operativa del 118 può sindacare, al netto della precisione di un dispatch. Vuoi mettere un infarto, un’ischemia, un ictus o una trombosi sulla coscienza? La situazione sta nuovamente degenerando, a detta di molti raggiungendo livelli di guardia ben più preoccupanti del periodo pre covid e della confusione sulla gestione dei pazienti durante la pandemia mondiale. Le aggressioni verbali non si contano, quelle fisiche arriveranno, è una questione fisiologica senza un reale cambiamento, lontano dalle promesse elettorali.

Gli eroi del 118 sono tornati a fare i tassisti, in qualche caso senza la giusta ricompensa o con ammanchi in busta paga. Possiamo dire senza troppa possibilità di essere smentiti che siamo tornati alla normalità.