Assessore Bottalico, le scrivo per esprimerle il mio sconcerto. Chiariamoci, non intendo contestare la giusta solidarietà data al ciclista straniero scaraventato a terra da due balordi baresi in sella a uno scooter.

Condivido le sue parole e mi associo nella vicinanza al ragazzo, ma mi sento oltremodo offeso per la sua mancata condanna ai migranti, e a quell’altro balordo barese, che si sono scagliati contro Samuka, il nostro operatore di colore, in via Davanzati.

Né lei né il Sindaco di questa città, avete sentito il bisogno di stigmatizzare quella vile aggressione. Sappia che Samuka, a causa di quel pestaggio e delle pesanti minacce successivamente ricevute all’interno del Cara, non è più al nostro fianco, ha dovuto interrompere contro la sua volontà il suo reale percorso di integrazione.

Per il suo bene siamo stati costretti ad arrenderci alle pressioni di altri balordi, quelli che non volevano che un nero potesse riprendere le loro malefatte. Mi spieghi, assessore, cos’ha di più meritevole quel ciclista del Bangladesh. Meritava il suo intervento perché ha visto coi suoi occhi quanto accaduto? Eravamo insolidarizzabili perché eravamo andati a chiedere conto di un’altra aggressione avvenuta il giorno prima del fatto in via Davanzati? In quella terra di nessuno in cui nessuno è sicuro? Samuka era forse non meritevole perché cameraman del Quotidiano Italiano?

Come vede i balordi non si giudicano per il colore della pelle, così come le vittime possono essere di ogni razza, sesso e religione.