Una delle cose che non ci sono mai piaciute della campagna #bariperbene è l’idea che i cittadini siano invitati formalmente a fare gli “infami”, un po’ come succede alle elementari con il compagno di banco particolarmente vivace. Il fatto di puntare il dito senza che ci sia nessuno a curare l’aspetto educativo della faccenda rende tutto pura propaganda. Certo, il termine infame è esagerato, ma rende bene l’idea. Vedi qualcuno che non raccoglie la cacca del cane? Fagli un video o scattagli una foto. Ti sei accordo che il vicino di casa conferisce i rifiuti fuori orario? Immortalalo.

Personalmente, dovessi sgamare qualcuno in fallo, proverei a fargli notare l’errore. Proverei a fargli vestire i panni di chi è stato penalizzato dal suo comportamento incivile, come quando qualcuno imprigiona qualcun altro piazzando l’auto in doppia fila. Per aver fatto questo siamo stati persino querelati da uno dei più strafottenti cittadini baresi che sia mai capitato sulla nostra strada. Il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione, ma il querelante ha fatto opposizione. A marzo si va davanti al Giudice per le indagini preliminari. Solo per fare un esempio a noi così tanto caro da aver istitutito persino un premio: il Minchia Parking.

Ciò che sta succedendo con la fallimentare ordinanza che vieta l’eplosione dei botti, però, ha davvero dell’incredibile. Il provvedimento è carta straccia in assenza di opportuni controlli. Lo dicono anche altri sindaci della Città Metropolitana. Partirà la squadra interforze a caccia di venditori abusivi, come successo per le fornacelle in estate. Domani tavolo tecnico in vista del Capodanno sotto i riflettori di Canae 5. Lo sa bene anche il sindaco di Bari che quell’ordinanza è una chiavica e allora corre ai ripari invitando i cittadini a filmare e fotografare chi se ne infischia e fa esplodere botti irregolari, anche su suolo privato. Lo fa addirittura dalle pagine dei giornali.

Da lunedì si fa sul serio, spiega il primo cittadino, come se finora fosse stato solo un gioco. «Se ci mandano i filmati di esplosioni e spari da abitazioni e appartamenti privati – spiega – stiamo studiando la possibilità di usare quelle immagini per denunciare direttamente i proprietari di casa che sono corresponsabili». Si potrebbero usare anche le immagini delle centinaia di telecamere pubbliche di videosorveglianza o impiegare i super agenti del Gisu, quelli che non possono occuparsi dell’ordine pubblico, per provare a neutralizzare gli “sparatori seriali”, invece di invitare gli amanti di bengala, miniciccioli e stelle filanti, a tenere accesi i cellulari.

Ci sono dei posti in cui ogni anno, persino alla stessa ora (a mezzanotte) intere “famiglie” sparano come fosse l’ultima cosa prima di morire, di essere vittima di un agguato. Si potrebbe iniziare sorvegliando quelle zone dei quartieri San Paolo, Barivecchia, San Pasquale, Madonnella, Libertà, Carrassi, frenando quell’assurda gara a chi ce l’ha più grosso e rumoroso, il fuoco d’artificio fuorilegge. Abbiamo allegato al nostro editoriale un video girato lo scorso 24 dicembre, postato alle 19.52 sulla sua pagina Facebook da un’attivista del Movimento 5 Stelle. A parte una via di Bari trasformata in zona di guerra, da quel balcone privato non si vede un bel niente e né si sarebbe potuto pretendere da quella cittadina che scendesse in strada, magari con la scusa di buttare l’immondizia, per riprendere i volti di chi si diverte in questo modo, probabilmente avendo una pistola sotto la giacca o nei pantaloni. Voi pensate a neutralizzare questi criminali, armati fino ai denti e pronti a festeggiare facendo esplodere qualsiasi tipo di bomba. Noi, dal canto nostro, proveremo a tenere a bada i nostri vicini di casa pronti a lanciare un “raudo” dal balcone.