Sanità, fallimento totale della politica pugliese. Dopo aver vinto una campagna elettorale (contro Raffaele Fitto) tutta basata sulle promesse di rimettere in sesto la sanità, Nichi Vendola, con la nomina di Donato Pentassuglia, consigliere regionale piddino, faccia da bravo ragazzo, ombre leggere ma non fugaci proiettate dall’inchiesta sull’ILVA  di Taranto, nessuna, nessunissima esperienza concreta in tema, assesta un colpo mortale al PD pugliese, scaricando sul partito di Michele Emiliano il macigno di un settore perennemente in crisi di sistema, che assorbe l’ottanta per cento delle risorse finanziarie della regione Puglia.

Pentassuglia è il quinto assessore alla Sanità in quattro anni. Ancora un politico, ancora un piddino, ancora un membro di quella “falange vendoliana” interna al Pd (come Elena Gentile, ormai a Bruxelles) che forse non riuscirà nemmeno a rendersi conto di quello che c’è da fare e come nei pochi mesi che ci separano dalla fine del secondo mandato di Nichi. Il Pd pugliese non può che incamerare a denti stretti questo sgambetto istituzionale: il buon senso avrebbe consigliato di nominare un tecnico, proprio in vista della brevità del mandato e dell’imminenza della fine della legislatura.

Vendola avrebbe potuto richiamare Ettore Attolini, un tecnico e di grande esperienza, che aveva già ricoperto l’incarico di assessore alla Sanità dopo le dimissioni irrevocabili di Tommaso Fiore. Ma la brama di poltrone di una parte del Pd da un lato e l’irresistibile occasione di gettare proprio sulle spalle del solo Pd la responsabilità dello sfascio (forse con l’illusoria speranza di salvare SEL dalla dissoluzione già in atto, a livello nazionale) hanno prevalso ed ecco questa quinta nomina in un settore che invece richiederebbe solidità, continuità e, soprattutto, competenze tecnico-sanitario-giuridiche di cui Donato Pentassuglia non ci sembra dotato.

Resta da capire come il Pd (che alle Europee prende il 32 per cento e alle comunali 17: e non ci sembra un segnale da poco) riuscirà a rispondere a questo ulteriore attacco, portato avanti da Nichi Vendola, con il consiglio oculato dei suoi più stretti collaboratori fra cui Davide Pellegrino (che Antonio Decaro ha inutilmente tentato di scardinare dal suo ruolo di capo di gabinetto di Nichi, forse anche per “neutralizzarlo”), riuscirà a rispondere, a pochissimi mesi dalla campagna elettorale, a questo tentativo di demolizione e di erosione del consenso.

Al momento, resta una sanità allo sfascio, una politica incapace di agire, un pugno di ambiziosi (e incapaci) politici del PD che, pur di occupare una poltrona, giocano d’azzardo a un tavolo dove a perdere è solo la Puglia.