Cosa c’è da festeggiare se alcuni fra quegli uomini che l’8 marzo scrivono su Facebook “Auguri a tutte le donne”, poi nel profondo dei loro pensieri continuano a essere convinti della propria superiorità, ci attribuiscono la responsabilità delle ingiustizie e delle violenze che subiamo o ci licenziano quando aspettiamo un figlio? Non occorre onorarci con fiori, belle parole o regalini. Quello che, secondo me, giornate come l’8 marzo devono insegnare e ricordare – agli uomini così come alle donne – è che fra i cittadini del mondo non c’è bisogno di mimose, bensì di rispetto ed equità.

Alessandra Morgese

Capo redattore

 

Accetterò gli auguri per la festa della donna solo quando esisterà anche la festa degli uomini. Trovo questa ricorrenza sciocca, maschilista e superficiale e trovo avvilente che una donna mediamente intelligente possa accettare di essere celebrata solo l’8 marzo.
Inoltre trovo la mimosa un pessimo simbolo: come si può celebrare una donna, una vera donna, con un fiore che all’indomani sarà già appassito?

Erica Introna

redattore

 

Oggi si celebra la festa della donna come se da questa celebrazione fosse escluso completamente l’uomo nella sua consistenza ontologica. Per quanti hanno anche una superficiale conoscenza della psicologia del profondo, questa celebrazione, invece, coinvolge pienamente anche tutti gli uomini. Infatti, Carl Gustav Jung ha stabilmente scoperto che le componenti archetipico psicologiche di ogni uomo sulla terra, sono l’animus e l’anima, cioè la parte maschile e la parte femminile. E, il grande Platone nel “Simposio”, ci ha trasmesso il mito per cui gli uomini esistevano due a due, uniti in una circonferenza corporea in cui convivevano sia un uomo che una donna: questo uomo ambivalente era diventato tanto potente da impensierire Zeus, che tagliò in due questa sfera. Ed ecco perché ogni uomo va alla ricerca dell’altra metà separata chirurgicamente da Giove. Dunque, in ogni uomo, c’è una donna che lo completa, così’ come in ogni donna c’è un uomo. Il genere corporeo maschile e femminile è quello che rappresenta la parte preponderante di questa dicotomia che vive all’interno della psiche umana. Per questa ragione, il compito di una donna è ricercare e comprendere l’uomo che ha in sé, per fonderlo con la parte femminile che emerge in lei all’esterno. Infine, la radicalità delle battaglie femministe che si concretizzano in una opposizione e in una rivendicazione nei confronti dell’uomo, molte volte vanificano questo dialogo necessario e tolgono ad ogni donna l’opportunità di completarsi veramente.

Claudia Caiati

redattore

 

Il mio augurio di oggi va a tutte le donne che tornano a casa con il cuore spezzato, per uno schiaffo, per una bugia, per un tradimento, per un’illusione. Va a tutte quelle donne che da bambine credevano nelle fiabe, e da grandi hanno pagato il prezzo di quelle storie raccontate per trovare la pace del sonno. Va a tutte quelle donne che nonostante tutto continuano a lottare, e ad amare come la prima volta, e a non riversare sugli altri le loro delusioni passate, perchè essere donna vuol dire forza e coraggio. Perchè essere donna vuol dire amore.

Valentina Piccoli

redattore

8 marzo 2013