Con un post su Facebook il consigliere Regionale Mario Conca ha commentato la reintroduzione “ufficiale” per l’assegno di fine mandato dei consiglieri regionali. Il sussidio era stato abolito nel 2013, e si è tentato di reintrodurlo nella scorsa legislatura senza successo. Questa volta, però, l’emendamento è passato all’unanimità, nessuno ha sollevato obiezioni sul debito fuori bilancio.

“Destra, Sinistra e farisei senza stelle – scrive Conca – reintroducono l’assegno di fine mandato per i consiglieri regionali che era stato abolito nel 2013. Ci hanno provato invano per cinque anni a ripristinarlo nella scorsa legislatura; ma dopo aver fagocitato ciò che resta del fu M5S, hanno affondato il colpo senza dare evidenza pubblica.”

Il consigliere si è scagliato contro la scelta di reintrodurre l’assegno sottolineando nel suo post che in un momento così delicato per i cittadini questa cosa non è il massimo. “Un silenzio sodale e assordante, sottoscritto da tutto l’arco costituzionale. Si sa, certe cose è meglio sottacerle, altrimenti il popolo si arrabbia e loro non hanno le palle per argomentare, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo.”

L’argomento camuffato come un debito fuori bilancio è stato approvato all’unanimità di tutti i consiglieri regionali. Il provvedimento entrerà in vigore con effetto retroattivo e i gli attuali consiglieri troveranno la liquidazione a fine legislatura; in caso di morte ci sarà la reversibilità.

La reintroduzione del vitalizio, ad personam ha un costo di 7.800 euro annui per un totale di 35mila euro. In totale il costo del consiglio Regionale salirà di 9 milioni a legislatura. A ricevere la liquidazione saranno i consiglieri del Vendola bis e del primo mandato di Emiliano. Non solo l’attuale consiglio regionale ma anche quelli che erano stati esclusi in passato.