Padre, madre e due bambini di 10 e 11 anni sono stati ricoverati per due giorni all’ospedale Perrino di Brindisi dopo aver mangiato del tonno fresco che era stato trattato con dei conservanti contenenti nitrati.

È successo a Pezze di Greco, nel Brindisino, il pesce era stato invece acquistato in una pescheria di Savelletri.

Dopo averlo mangiato, tutti hanno iniziato ad avere problemi respiratori. I medici hanno immediatamente capito che si trattava di una intossicazione alimentare e hanno ricostruito la vicenda.

Nel momento in cui è stato fatto analizzare il pesce è emerso che all’interno del pesce erano presenti dei conservanti a base di nitrati, sostanze considerate parzialmente pericolose perché in ambiente acido, come nello stomaco, si trasformano in acido nitroso, che in più possono creare crisi respiratorie quando si legano all’emoglobina.

La famiglia è rimasta in ospedale sotto osservazione per 48 ore e nel pomeriggio di sabato 5 giugno è stata dimessa. Da qualche settimana proprio su una partita di tonno è stata scattata un’allerta nazionale.

“Tutto ha preso il via dalla Toscana dopo che è stata identificata una partita di tonno arrivata dalla Spagna trattata e confezionata in Puglia, nella provincia di Barletta-Andria-Trani – spiega Adriano Rotunno, direttore del Servizio igiene degli alimenti dell’Asl di Brindisi -. Poiché la materia prima non era il massimo della genuinità, è stato utilizzato un conservante a base di nitrati per stabilizzarne il colore: è probabile che le iniezioni di conservanti forse contenevano un quantitativo superiore a quello consentito. Tutto ciò avrebbe perciò causato problemi di asfissia e difficoltà respiratorie”.

“Chi ha acquistato tonno fresco in questi giorni deve fare particolarmente attenzione – l’appello dei tecnici dell’Asl -. Non si può escludere si tratti della stessa partita”.