“Nonostante la scuola sia iniziata da ben due mesi, in tre province della regione il servizio di assistenza ai disabili in alcuni istituti non è stato avviato”. Lo denuncia l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili (ANMIC). “Siamo pronti a una class action con le segnalazioni dei genitori”.

“Oltre 700 alunni disabili, audiolesi e videolesi sono privi di operatori di assistenza specialistica, oltre 400 solo nel territorio della città Metropolitana di Bari. A prescindere dal rimpallo delle responsabilità degli enti coinvolti – commenta l’ANMIC -, la Regione non ha tenuto conto della data di inizio delle attività scolastiche, già nota dall’anno precedente, per organizzare in un tempo congruo un servizio obbligatorio ed essenziale”.

“In questo modo viene negata l’istruzione, l’inclusione e l’integrazione agli alunni affetti da disabilità. Ad oggi – continua l’associazione – non è dato conoscere nemmeno una data presunta per l’avvio del Servizio di assistenza specialistica. Un grave disagio non solo per i ragazzi ma anche per le famiglie che sono obbligate alla scelta dell’orario ridotto visto l’assenza del personale specializzato che possa prende in carico i propri figli in orario scolastico. Così facendo stanno perdendo il primo quadrimestre. per questo motivo le famiglie sono pronte a ricorrere nelle opportune sedi legali”.

“Proviamo – spiega ANMIC – a ricostruire le possibili cause che possono essere alla base di tale ingiustificato ritardo. La Delibera Regionale GR 996/2018 ha disciplinato nuovamente la materia, prevedendo che il Servizio fosse dato in affidamento a terzi, non più dunque gestito in avvalimento dalle Province e dalla Città Metropolitana di Bari nella forma delle collaborazioni a prestazione in continuità con professionisti che vantavano anni di esperienza nel profilo di interesse. Nello specifico della Città Metropolitana di Bari una prima aggiudicazione provvisoria sarebbe avvenuta il 5 novembre, già oltre il termine dei 30 giorni dall’avvio anno scolastico dato come limite per la partenza del Servizio dalla stessa Delibera Regionale citata, per poi essere revocata il 23 novembre, in ragione di un presunto conflitto di interessi, e determinare una nuova aggiudicazione in pari data, per la quale si dovrà procedere alla verifica dei requisiti”.

“Al disagio degli studenti e delle loro famiglie si aggiunge quello degli operatori storici del Servizio che vanno dalla figura dell’educatore a quella dell’assistente alla comunicazione LIS. Tali professionisti si sono visti tagliare fuori dopo 15 anni di lavoro di qualità espletato nell’incertezza contrattuale: con l’esternalizzazione del Servizio non è certo che possa essere tutelato il loro diritto al lavoro e soprattutto il criterio della continuità nella relazione utente/operatore, fondamentale in contesti educativi di particolare problematicità. È un problema delicatissimo – conclude l’associazione – che merita la più totale attenzione: l’auspicio è che si intraprenda la strada della risoluzione per la tutela dei diritti di tutti, in particolare dei più deboli della nostra società”.