Il Comune di Casamassima rende noto di aver consegnato alla direttrice della scuola dell’infanzia Collodi gli spazi del plesso per ospitare quattro delle nove classi. Il punto è che l’annuncio della consegna precede, a detta della dirigente scolastica, l’effettiva consegna degli spazi. Insomma, visto che è l’unica strada percorribile, intanto si dà l’annuncio, poi si provvede.

“Per consentire che tutte le operazioni previste si svolgano senza il minimo rischio per i giovani alunni e per tutto il personale scolastico – si legge sul sito del Comune – è stata disposta la sospensione dei lavori anche nell’ala vecchia della Collodi da parte della direzione, mentre già nei giorni scorsi – a maggior tutela della sicurezza – era stato disposto l’isolamento delle aree sulle quali erano stati effettuati degli interventi”.

In oltre questa mattina, con un annuncio sul sito e sulla pagina Facebook del circolo didattico, la dirigente ha comunicato la valutazione della ditta Silea S.r.l., responsabile del servizio di prevenzione e protezione della scuola, sula documentazione della dislocazione degli alunni presso la Collodi.

In soldoni la Silea ha sentenziato che, visto che la permanenza delle classi presso la Collodi sarebbe provvisoria, almeno fino all’adeguamento dei locali del Majorana, e visto che se non si procedesse, si configurerebbe l’interruzione di pubblico servizio, la dirigente può prendersi la responsabilità di dare inizio alle attività scolastiche.

Trattandosi di bambini, le cautele non sono mai troppe e la preside, mostrando la diligenza del buon padre di famiglia che il nostro ordinamento giuridico caldeggia, ha disposto per oggi un sopralluogo insieme al responsabile della sicurezza, per verificare effettivamente lo stato dei luoghi, prima dell’inizio di qualsiasi attività scolastica.

Intanto i genitori dei bambini sono tutt’altro che tranquilli. La soluzione dell’isolamento del cantiere non è convincente: sono in molti a lamentare che retine arancioni e cartelli di divieto a poco serviranno contro la curiosità di un bambino. Ad aggravare la situazione ci sono le incertezze sui lavori di adeguamento al Majorana e la possibilità che possano volerci più di 45 giorni, prima di potervisi trasferire.

Ora si aspetta l’ultima parola dalla preside, dopo il sopralluogo. Nel frattempo, mamme e papà restano stretti tra la consapevolezza che nessun’altra strada è perseguibile, che non sia far perdere l’anno scolastico ai bambini, e la circostanza di dover scegliere tra diritto all’istruzione e diritto alla sicurezza per i propri figli.