Immaginate due corsie di una piscina olimpionica completamente piene di rifiuti, la maggior parte dei quali, ossia il 72,5%, è composto da polimeri artificiali/plastica, seguiti dai vetri/ceramiche (9,2% del totale), metallo (6,8%), carta e cartone (il 3,9%),  tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, rifiuti da cibo e sostanze chimiche.

Possiamo rendere reale questa immagine grazie all’indagine “Beach litter 2023” di Legambiente, che con questi dati raccolti riesce a scattare una fotografia triste e chiara dell’emergenza rifiuti sulle spiagge: in un totale di 232.800 mq di area campionata, ossia 38 lidi monitorati, relativi a 15 Regioni (Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna) sono stati contati 36.543 rifiuti, una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia.

Questi dati spaventosi ci fanno capire quanto molta gente non sia ancora educata e sensibilizzata sulle abitudini corrette e non nocive per l’ambiente, ci fanno capire quanto le aziende e le industrie si debbano impegnare sempre più nell’adottare pratiche ed azioni sostenibili, con sicuramente la cooperazione delle Istituzioni locali e nazionali. La situazione è sempre più grave!