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Sulla poltrona di Doctor Smart, per rispondere alle domande dei follower selezionate da Mari Lorusso, c’è il dottor Ruben Infantino, dirigente medico dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’ospedale Miulli di Acquaviva, con lui si è parlato di polmonite.

“Si tratta di una infiammazione più o meno estesa del polmone, o di entrambi – ha spiegato il dottor Infantino – causata il più delle volte da una infezione che può essere batterica, virale, fungina, o anche chimica, come nel caso di inalazione di sostanze dannose per il tessuto polmonare; attinica, come nei trattamenti radioterapici per patologie tumorali, o ancora quella che si chiama polmonite ab ingentis, dovuta all’inalazione involontaria di cibo. Tutte possono andare incontro a una problematica seria, coinvolgendo l’albero bronchiale o gli alveoli, impedendo il normale scambio di ossigeno”.

“Alcune categorie come bambini e anziani – ha sottolineato – per costituzione hanno un sistema immunitario meno performante e quindi un rischio generico aumentato, rispetto al resto della popolazione, di contrarre la polmonite. Al primo posto tra gli altri fattori c’è il fumo di sigaretta, che va ad intaccare i normali meccanismi di difesa dell’apparato respiratorio, senza dimenticare l’alcol, che invece va a minare il sistema oro-faringeo predisponendolo a polmoniti assai gravi come quella da pseudomonas”.

“La diagnosi non sempre è facile – ha evidenziato – poiché i sintomi sono comuni ad altre patologie respiratorie, spesso sfumati. Il primo ad allarmarci deve essere la tosse, secca o produttiva di catarro non in maniera specifica, prolungata per 4-5 giorni, accompagnata anche da altri sintomi come per esempio la febbre. Quando la polmonite è periferica possiamo avvertire dolore toracico; ricordiamo anche la dispnea, ovvero la così detta fame d’aria quando gli alveoli non svolgono bene la loro funzione. Quando più sintomi sono presenti il medico deve sospettare la polmonite”.

“Quanto alla terapia, nel caso della polmonite batteria ovviamente si ricorre all’antibiotico, a spettro più o meno ampio a seconda dei casi. Per il dosaggio, attenersi sempre alla prescrizione del medico, eccedendo si potrebbe andare incontro a delle resistenze. Nel caso sia virale o fungina, si fa ricorso ad antimicotici o antifungini. In tutti i casi si deve prestare particolare attenzione all’idratazione. Quanto ai vaccini – ha concluso – abbiamo a disposizione l’antipneumococcico, specifico per il 50-60% delle polmoniti; è sufficiente vaccinarsi una sola volta nella vita, noi pneumologi lo consigliamo sempre e possono farlo anche i bambini”.