Un giovane di 30 anni è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione per violenza sessuale continuata nei confronti della sua sorellastra, avvenuta per un periodo di sei anni, da quando la bambina aveva 4 anni fino ai 10 anni. Il reato è emerso quando la ragazza, ora quasi diciottenne, ha avuto il coraggio di denunciare gli abusi alla madre.

Gli episodi si verificavano durante i pranzi domenicali, quando il giovane, in compagnia del padre, si appartava con la sorellastra per giocare. Sotto la scusa del gioco del “principe e la principessa”, il ragazzo spogliava e toccava la bambina ripetutamente. La madre, dopo che la figlia ha rivelato gli abusi, si è costituita parte civile nel processo.

Durante il procedimento con rito abbreviato, l’imputato non ha negato le accuse e ha delineato un periodo adolescenziale turbolento, complice anche il bullismo subito durante gli anni scolastici. La sua condizione psicologica è stata riconosciuta da relazioni dei centri di salute mentale di Grottaglie e Taranto. La condizione del ragazzo, reo confesso e incensurato, ha portato il giudice a stabilire una pena inferiore rispetto a quella prevista, con l’applicazione delle attenuanti generiche. L’accusa di violenza sessuale continuata con l’aggravante dell’età della bambina avrebbe potuto comportare una pena fino a 12 anni di reclusione.