Dalla propria postazione di lavoro e con il suo computer si sarebbe collegato su siti pedopornografici, inserendosi in una rete di pedofili dove avrebbe scambiato foto e video “vietati ai minori” per intrattenersi durante le “dure” ore di lavoro. Durante il nascosto divertimento, però, il 54enne originario della Gran Bretagna sarebbe finito su un sito controllato dalla Polizia, la quale sarebbe riuscita a tracciare l’id del computer e ad incastrarlo. L’informatico, inoltre, raggiungeva diversi giorni a settimana il Salento per lavorare per conto di un’azienda di software.

La condanna

L’uomo, risultato per ora irreperibile, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi dai giudici per le accuse di pornografia minorile e detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Gli agenti avrebbero iniziato le indagini dopo una segnalazione proveniente da Bruxelles, in Belgio, poi confluita in Italia a Torino. Sarebbe stato accertato che l’uomo navigasse su quei siti durante l’orario di lavoro grazie ai registri di presenza messi a disposizione dall’azienda. Sequestrati, invece, dalla sua casa nel Leccese, materiale “raccapricciante” e migliaia di foto di ragazzini ripresi mentre erano impegnati in rapporti sessuali.

Subito dopo il rinvio a giudizio è stata emessa la sentenza in cui si prevede che l’imputato venga interdetto in perpetuo dai pubblici uffici attinenti alla tutela, curatela ed all’amministrazione di sostegno, dai pubblici uffici per 5 anni e e in perpetuo da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio in strutture frequentate da minori.