Sono trascorsi 22 anni dall’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono da parte dei piloti di al-Qaeda. Quell’11 settembre 2001 rimarrà sempre nella storia per aver scosso gli Stati Uniti e aver scioccato il mondo, e le immagini dello schianto dei due aerei rimarranno incisi nella memoria di coloro che quel giorno accesero la televisione e vissero in diretta quei momenti spaventosi.

In quel giorno sono morte più di 2.977 persone, di cui 2.753 al World Trade Center, 184 al Pentagono e 40 erano passeggeri del volo 93. Su i due aerei, la più piccola era Christine Hanson, di solo due anni, imbarcata sull’United Airlines 175 per andare per la prima volta a Disneyland, mentre il più vecchio era Robert Norton, di 82 anni, imbarcato sull’American Airlines Flight 11. Inoltre, anche tra i soccorsi persero la vita più di 343 vigili del fuoco.

Sono stati realizzati film, documentari, serie tv e anche libri per analizzare ogni dettaglio dell’attacco.

Biden non presente alla cerimonia di commemorazione. Al suo posto la vicepresidente Harris.

Come ogni anno si tiene una cerimonia di commemorazione per ricordare le vittime dei due attentanti dell’11 settembre. Per il ventiduesimo anniversario, però, il presidente Joe Biden non sarà presente alla cerimonia. Infatti, Biden è sul viaggio di rientro dal Vietnam e terrà il suo discorso dalla base militare di Elmendork Richardson, in Alaska. Per questo, la commemorazione sarà presenziata dalla vicepresidente, Kamala Harris, e la first lady, Jill Biden, invece, deporrà la corona di fiori al Pentagono. Biden non sarà neanche presente alla cerimonia alla Casa Bianca, e questo viene visto come “un insulto e uno schiaffo agli americani”.

Joe Biden non è il primo presidente a non partecipare alle cerimonie di commemorazione. Infatti, nel 2015 anche Barack Obama tenne il suo discorso a Fort Meade e partecipò solo alla cerimonia tenutasi alla Casa Bianca, come ha fatto anche nel 2005 George Bush. Ma Biden non sarà neanche presente alla cerimonia alla Casa Bianca e questo viene visto come “un insulto e uno schiaffo agli americani”. I media interpretano quest’assenza di Biden per un’ulteriore conferma delle tensioni tra il presidente e il sindaco Eric Adams e la governatrice Kathy Hochul, in disaccordo su come aver affrontato il tema degli immigrati a New York.

Probabile offerta agli attentatori da parte della magistratura

Ad aumentare queste tensioni è anche una lettera scritta pochi giorni prima dell’anniversario dalle famiglie delle vittime all’amministrazione Biden per esprimere la loro rabbia nei confronti della magistratura militare. La magistratura supervisiona i cinque attentatori detenuti a Guantanamo e sembra che ci sia la possibilità di un accordo, un’offerta per per risparmiargli la pena di morte in cambio di una totale confessione. Inoltre, la rabbia dei familiari è più che giustificata perché l’amministrazione Biden sta continuando ad intrattenere informazioni tra il governo saudita e gli attentatori, nonostante le loro promesse di trasparenza.

La lettera dei familiari è stata inviata all’ufficio della procura militare, ma non potrebbe portare a nessun cambio di politica o una decisione da parte del presidente.