Al confine tra Stati Uniti e Messico migliaia di migranti, sotto il sole, fremono in attesa di entrare nel territorio Usa. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha dato istruzioni alla Guardia nazionale di rafforzare i controlli alla frontiera con gli Stati Uniti, un provvedimento predo per evitare caos e violenze lungo il confine. Il Governo americano ha inviato altri 15mila soldati come supporto logistico e 2.500 uomini della Guardia nazionale, assieme ai rinforzi militari già inviati dal governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott.

Tutto ciò perché alla mezzanotte dell’11 maggio è decaduto il titolo 42, ovvero l’insieme di norme restrittive in tema di migrazione introdotte da Donald Trump nel marzo 2020 per via dell’emergenza Covid. Si tratta di regole instaurate nel periodo pandemico che impedivano a molte persone di chiedere asilo negli Stati Uniti. Ma decadute tali norme, molti di questi profughi possono avanzare tale richiesta ed entrare negli Usa.

New York rischia una crisi migratoria

New York è una delle città con il numero più alto di migranti. La città ha ormai raggiunto il limite logistico massimo di ospitalità e il sindaco Eric Adams ha sospeso in modo temporaneo la norma che garantiva il diritto a stanze private con bagno e cucina a chiunque ne avesse bisogno per evitare assembramenti. Sembrerebbe che dare asilo a molti profughi stia costando troppo a New York, che presto dovrà fare i conti con la crisi migratoria. Il primo cittadino ha chiesto a Biden di gestire la situazione emergenziale, installando tende a Central Park e anche un hangar riadattato all’aeroporto John F. Kennedy.

Intanto, la Casa Bianca si è riunita per discutere su nuove misure che serviranno ad aiutare chi ne ha bisogno, ma al tempo stesso cercheranno di impedire un aumento incontrollabile di arrivi sul territoriostatunitense. In questo è intervenuto il segretario per la sicurezza interna, Alejandro Mayorkas, ricordando le conseguenze gravi per chi entra illegalmente nel Paese, che va dal procedimento penale all’espulsione con il divieto di ritornare in Usa per almeno 5 anni. Tra le misure nuove vi è quella di consentire mensilmente a più 30mila migranti provenienti da Cuba, Nicaragua, Venezuela e Haiti di entrare in modo legale nel Paese per almeno 2 anni e che siano dotati di un permesso di soggiorno. Coloro che risulteranno in sovrannumero, saranno subito rispediti in Messico.