Strada sempre trafficata, parcheggio ormai un miraggio, circolazione da perenne imprecazione (gastema barese) e l’oltre 50 per centro dei clienti persi nel giro di due mesi. Questo e tanto altro nello sfogo dei commercianti di viale Japigia, a Bari, che questa mattina dalle ore 9 hanno deciso di chiudere le loro attività uniti in segno di protesta per i 600 metri di pista ciclabile light più discussi della città.

Oltre 50 attività chiuse

Come comunicato dal Comitato Spontaneo dei Commercianti, quindi, oltre 50 attività dell’area hanno lasciato luci spente e saracinesche abbassate convinti che il provvedimento adottato dal Comune di sviluppare la mobilità sostenibile avrebbe, già da due mesi, penalizzato le loro attività, rendendo più problematica la sosta delle auto sul viale. “A seguito della realizzazione in viale Japigia di una pista ciclabile a doppio senso – scrive il Comitato in una nota – i commercianti rischiano di chiudere le proprie attività, in quanto i clienti ormai preferiscono fare i propri acquisti in altre zone per non sottoporsi a rischi di difficoltà di circolazione e blocchi stradali derivanti dal restringimento della carreggiata“.

Non sono tutti d’accordo

Speriamo che questa civile protesta possa portare l’amministrazione comunale a rivedere quanto realizzato, apportando le necessarie modifiche – si legge nel comunicato dei commercianti – al fine di non distruggere intere famiglie che vivono esclusivamente dalle attività commerciali e che oggi hanno subito un crollo dei propri incassi quotidiani“.
D’altro canto, però, curiosa la riflessione condivida dai ciclisti di “Bicicletta a Bari” che scrivono: “Care amiche e amici di questa pagina, vi faccio una domanda: mettereste più piede in un esercizio commerciale che esprime la sua contrarietà alla ciclabile senza argomentazioni plausibili, ma che potrebbe sottintendere la legittimazione della doppia fila vietata dal codice della strada? Altrimenti qualcuno ci spieghi esattamente come possa una ciclabile, senza che si sia tolto un solo posto auto, danneggiare gli esercizi commerciali peraltro non tutti concordi con questa iniziativa” – concludono.