Questa mattina, alle ore 10, i genitori, i  parenti, gli amici e la comunità intera di Canosa di Puglia hanno salutato per l’ultima volta il piccolo Dario, il bimbo di 6 anni morto lo scorso 5 luglio nello specchio d’acqua di Margherita di Savoia, mentre giocava con gli amici del campo estivo. I funerali secondo rito ortodosso si sono tenuti nella Cattedrale di San Sabino, una cerimonia che ha stretto il cuore a tutti. Il papà e la mamma del piccolo hanno voluto ringraziare chi è stato loro vicino dopo la tragedia: “Speriamo che nostro figlio impari dagli angeli. Grazie a tutti”. A dire addio al bimbo anche le sue insegnanti delle elementari e i suoi compagni di scuola, che hanno lasciato sulla piccola bara bianca un pupazzo di Spiderman, un orsetto in peluche, bigliettini e disegni in sua memoria. “Dario continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando stavamo assieme”, ha affermato una delle docenti.

Intanto le indagini sul caso proseguono e tra i 7 nomi iscritti nel registro dalla Procura di Foggia, c’è anche quello del giovane bagnino del lido in cui è avvenuta la disgrazia. Il ragazzo compare nell’avviso di garanzia che è stato notificato dai Carabinieri in occasione dell’esame autoptico.

Il pubblico ministero Dominga Lucia Petrilli ha ritenuto opportuno iscrivere nel registro degli indagati, come atto dovuto, tutti i presenti e coloro che potrebbero aver visto come è andata la vicenda. Il medico legale professor Luigi Cipolloni dopo una prima autopsia ha ipotizzato possa essersi trattato di un malore o di una malattia genetica non diagnosticata, e quindi non di annegamento, causa che se dovesse essere confermata archivierebbe la posizione del bagnino. Bisognerà attendere il deposito della consulenza medico legale, previsto fra 60 giorni, per poter definire a cosa sia dovuta la morte del piccolo Dario.

Chiunque quel giorno abbia visto o notato qualcosa lo faccia sapere – ha affermato l’avvocato Luigi Leo, che assiste la famiglia del bimbo – ogni elemento o informazione potrebbe rivelarsi preziosa ai fini della ricostruzione di quanto realmente accaduto. Noi non sappiamo nulla, i miei clienti siamo arrivati sul posto successivamente, quando il bimbo era già morto, e in questa fase non abbiamo la possibilità di conoscere chi abbia dichiarato cosa ai Carabinieri”. “Circolano dei messaggi su Facebook in cui si chiede un contributo economico volontario per i miei clienti – avverte il legale -: si tratta soltanto di sciacallaggio, i genitori del bambino non hanno chiesto che venisse attivata nessuna colletta”.