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Foto: profilo ufficiale della Marina Militare Italiana su instagram.com

Un tenente di vascello che prestò servizio a Taranto è stato riconosciuto dal Ministero della Difesa come “vittima del dovere“. Il militare morì nel 2013, dopo 40 anni di carriera e la costante esposizione all’amianto presente sulle navi; quest’ultimo è stato anche la causa della diagnosi, arrivata 5 mesi prima della morte, di mesotelioma pleurico, un raro tumore.

Grazie all’Osservatorio Nazionale Amianto e la presentazione poi di un ricorso tramite il presidente Ezio Bonanni, è stata accolta, dopo quasi 10 anni, la richiesta del riconoscimento di vittima del dovere. Il compenso economico sarà di circa 200mila euro e un assegno vitalizio che spetterà alla figlia del tenente, rimasta sola dopo la sua dipartita.

“Cose del genere non devono ripetersi”, ha detto Paola Santospirito, responsabile dell’Osservatorio Vittime del Dovere e moglie di un altro militare contaminato. “A bordo delle unità navali è dimostrata la presenza di amianto – ha aggiunto -, e ora la Difesa ha riconosciuto che sulle imbarcazioni c’erano anche altre sostanze chimiche e nocive, già segnalate dalla Iarc (International Agency for Research on Cancer) come agenti cancerogeni”.