Nella notte tra il 4 e il 5 maggio, un giovane di 21 anni è accusato di aver sparato con un’arma da fuoco mentre era a bordo di un’auto in movimento. La sparatoria ha causato la morte di 8 persone e ne ha ferite 13, di cui sette sono in condizioni gravi. La strage è avvenuta nella città di Mladenovac, a sud di Belgrado. L’episodio è stata definito dal ministro degli Interni, Bratislav Gasic, come un atto terroristico.

Il presunto killer sembrerebbe sia riuscito in un primo momento a scappare; l’agenzia di stampa Reuters ha riferito come le Forze dell’Ordine abbiano mobilitato quasi 600 uomini per rintracciarlo, anche grazie all’aiuto di droni ed elicotteri. Stando al canale televisivo Rts, il ragazzo sarebbe stato avvistato nella città di Kragujevac e pochi minuti dopo arrestato. Tra le vittime vi era anche un agente di Polizia, non in servizio, e la sorella.

La Serbia non è mai stata un Paese ad alto rischio di stragi, nonostante la circolazione legale delle armi da fuoco dagli anni ’90. Dopo la sparatoria avvenuta mercoledì 3 maggio nella scuola elementare a Belgrado per mano di un ragazzino di 14 anni che ha visto perdere la vita di 8 bambini e di una guardia di sicurezza, le autorità hanno rafforzato i controlli e sequestrato le armi ai cittadini tenendole lontane dai bambini.