Lui, uomo di 40 anni coratino, accusato dalla moglie di averla maltrattata, perseguitata, vessata fisicamente e psicologicamente, anche dinanzi al loro figlio. Un quadro preciso che lo disegna come un marito violento che non ha a cuore la sua famiglia. Eppure non tutto è come sembra. Stando alla sentenza depositata dal giudice del Tribunale di Trani, Sara Pedone, sarebbe invece emerso come sia stata la moglie a umiliare il 40enne in più di una occasione ed è così che quest’ultimo è stato assolto dalle accuse di maltrattamenti in famiglia, stalking, lesioni personali e violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Su La Gazzetta del Mezzogiorno si legge che le indagini sarebbero partite a seguito della denuncia della moglie che ha descritto l’uomo come un mostro, tant’è che al termine della requisitoria il pm è arrivato a chiedere una pena di 3 anni di carcere per l’imputato. Gli unici episodi confermati che il 40enne avrebbe commesso ai danni dell’ex moglie risalirebbero al 2014, ormai prescritti, e consisterebbero in lesioni e alcuni messaggi piuttosto rabbiosi inviati a sua moglie. Ma secondo il magistrato si tratta anche in quel caso di atti in cui “non possono ignorarsi le motivazioni dallo stesso addotte per giustificare la sua aggressività“.

Tutto è cominciato con il processo di separazione della coppia, sposata dal 2004, procedimento in cui la difesa pare sia riuscita a dimostrare come invece sia stato il marito a esser stato maltrattato dalla moglie anche davanti al resto della famiglia. Lei lo avrebbe definito “grasso e sfigato“, gli avrebbe addirittura detto che portava sfortuna e pare abbia “sempre assunto comportamenti scorretti anche nelle occasioni conviviali”, tutte le volte in cui “non veniva accontentata dal marito, dimostrando di non accontentarsi mai, malgrado lui facesse di tutto per assecondarla”. Questo è quanto si legge nella sentenza.

Il magistrato ha anche fatto riferimento al fatto che il 40enne fosse sempre stato l’unico della coppia a lavorare per portare avanti la famiglia e che inoltre sarebbe sempre stato vicino alla coniuge nel periodo in cui lei era affetta da una patologia, dimostrandole in questo modo il suo amore e rispetto. La donna sembrerebbe abbia anche detto al loro bambino di “non mangiare la pasta altrimenti sarebbe diventato grasso e brutto come il padre“. Insomma, secondo la corte la donna avrebbe mentito e non raccontato i trattamenti che ha riservato a suo marito per molti anni.

“Non si può neppure tralasciare la relazione sentimentale intrattenuta dalla persona offesa con un altro uomo – spiega il giudice -, intervenuta a brevissima distanza di tempo dall’allontanamento dell’imputato dalla casa coniugale, giustificando così anche le reazioni dallo stesso assunte, che ben si collocano nel quadro di un uomo messo in disparte dalla moglie, intenzionata a vivere la sua libertà piuttosto che ad esercitare concretamente il suo ruolo di compagna e di madre”.