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Si è aperta un’indagine a carico del parroco della Chiesa Santa Maria del Popolo di Surbo, nel Leccese, accusato di aver commesso abusi edilizi per realizzare 2 piscine e una tettoia. Le Forze dell’Ordine hanno eseguito il sequestro preventivo d’urgenza delle opere disposto dal gip Angelo Zizzari per impedire che con la prosecuzione dei lavori e l’ultimazione venisse così perpetrata anche la condotta illecita. Il prelato è stato iscritto nel registro degli indagati dalla pm Maria Consolata Moschettini.

Stando alle verifiche compiute dai Carabinieri e dagli uomini del Nucleo dell’Ispettorato del Lavoro il 22 dicembre scorso, sembrerebbe che il prete, in qualità di amministratore della porzione di terreno facente parte dell’oratorio della parrocchia, abbia cominciato i lavori di senza avere i permessi necessari e tutte le autorizzazioni, fatti accertati presso l’ufficio tecnico comunale. Gli agenti, una volta giunti sul posto, avrebbero trovato una tettoia in acciaio, base in cemento armato e copertura con pannelli in alluminio conforme alla planimetria progettuale rilasciata dal Comune di Surbo, il cui inizio dei lavori, però, non risultava fosse stato denunciato. In più sono state rinvenute due piscine interrate non ancora ultimate e un vano tecnico, sempre interrato, per l’alloggiamento delle pompe, struttura non riportata nella planimetria progettuale quindi abusiva. Inoltre sul cantiere è stata accertata anche la presenza di due aziende impegnate nella costruzione, rispettivamente con sede a Lecce e a Surbo; una delle due ditte pare che avesse impiegato anche un lavoratore in nero.

Lavori iniziati da una ditta prima dell’incarico formale

Secondo gli inquirenti il parroco avrebbe inoltrato al Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri un progetto con richiesta di fondi pubblici, poi approvato e definito in 95mila euro: 45.727 euro, oltre Iva, impiegati per la realizzazione di una tettoia in ferro; 24.808 euro, oltre Iva, per le forniture; 11.830 euro, oltre Iva, per le attrezzature sportive di sostegno. La somma che ha insospettito più gli investigatori è quella stanziata per la tettoia, subordinata a una gara d’appalto bandita dal Comune di Surbo il 15 dicembre del 2022. L’apertura delle buste era programmata ben quattro giorni dopo.

Nonostante Palazzo di Città avesse provveduto a formalizzare l’invito a tre ditte, sembrerebbe che l’unica che abbia aderito sarebbe stata proprio quella del posto che, stando agli accertamenti, avrebbe cominciato i lavori della struttura metallica prima che le venisse affidato formalmente l’incarico, senza, quindi, trasmettere la comunicazione di inizio lavori all’ufficio tecnico. Gli investigatori hanno ritenuto si sia trattato di una grave inadempienza che “ha portato inevitabilmente a ritenere che la struttura realizzata potesse nascondere difformità costruttive ed essere di conseguenza pericolosa per l’incolumità dei cittadini che frequentano l’oratorio, peraltro molti di loro minorenni”.