A giugno di 4 anni fa avevamo fatto un giro sulla bacheca di un noto sito utilizzato da escort di ogni tipo per pubblicizzare in maniera esplicita le proprie prestazioni. Eravamo andati a trovare alcune delle donne agli indirizzi indicati, scoprendo che non sempre i proprietari degli immobili disconoscono l’antica professione delle loro inquiline.

Nel corso di questo lungo periodo ci sono state diverse operazioni partite proprio dalla lettura degli annunci di quel noto sito. Uno dei palazzi del sesso si trova a Poggiofranco, in viale Einaudi, lo stesso di 4 anni fa.

Sulla porta dell’appartamento c’è scritto: tira, una specie di profezia, forse un segno di riconoscimento, una parola d’ordine. Del resto quando tira, tira, c’è poco da fare. Abbiamo suonato alla porta senza troppo nasconderci alle telecamere di videosorveglianza sistemate nel corridoio e sopra la porta d’ingresso. Nessuna risposta, seppure gli inquilini assicurano sul viavai e sul fatto che in questi quattro anni, ad eccezione del sequestro dell’appartamento al secondo piano, non é cambiato nulla.

Lo sa l’amministratore di condominio, lo sanno i controllori. Non si é capito se lo sappia anche il padrone di casa, si presume lo stesso in questi ultimi 4 anni, nonostante ogni 10/15 giorni cambiano le inquiline. Perché la differenza é tutta li, sapere e favoreggiare o disconoscere.

Abbiamo provato a fare qualche telefonata senza avere alcuna risposta, ma lo abbiamo detto: quando tira, tira, c’è poco da fare. Non siamo bigotti, ma neppure ciechi e allora si ripropone l’ipocrisia di un paese che non ha voglia di regolarizzare un settore fuori controllo. Il Pil, quello economico, ne trarrebbe beneficio. Senza contare gli aspetti legati alla sicurezza, sanitari e di convivenza civile. Se tira, tira, ma annunciatevi perché la casa é chiusa a chi fa troppe domande.