A settembre, dinanzi alla gip Luigia Lambriola, sarà un incidente probatorio, richiesto dalla Procura, a stabilire l’esistenza di un possibile nesso tra i decessi di 4 pazienti nel Policlinico di Bari, avvenute tra il 2018 e il 2020, e l’infezione da legionella.

L’inchiesta dei Nas aveva portato lo scorso novembre al sequestro di due padiglioni nel Policlinico e all’interdizione di tre dirigenti per i reati di omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro delitto.

Questi provvedimenti interdittivi sono stati sospesi a febbraio dal Tribunale del Riesame ed erano inizialmente dovuti alle accuse per i dirigenti di non aver eseguito la necessaria bonifica negli impianti idrici dei reparti nei quali era stata accertata la presenza del batterio della legionella e dove erano ricoverati i quattro pazienti conseguentemente deceduti.

Con tre ricorsi per Cassazione che saranno discussi il 10 giugno, la Procura insiste per l’interdizione del direttore generale del Policlinico Giovanni Migliore, dell’ex direttore sanitario Matilde Carlucci e del direttore dell’Area tecnica Claudio Forte.

“È innegabile – dichiara la Procura – in base a quanto evincibile dalle cartelle cliniche acquisite agli atti, nonché dalle consulenze tecniche, che l’infezione da legionella si fosse sovrapposta alla situazione precedente di comorbidità, aggravandola sino al punto da determinare il decesso”. Oltre che alla richiesta di incidente probatorio, la Procura ha chiesto al gip di proseguire degli accertamenti per cinque persone indagate.