Tiene ancora banco il caso del giudice barese Giuseppe De Benedictis, arrestato a causa della fuga di notizie relative a delicatissime indagini antimafia. Come emerge da alcuni atti della Procura di Lecce, sarebbe coinvolto anche il carabiniere Nicola Soriano.

Sarebbe stato lui a rivelare a De Benedictis che alcuni pentiti hanno parlato ai pm dei rapporti tra giudici e avvocato e a procurare le copie dei verbali.

Da alcuni interrogatori di febbraio 2020 ad alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Domenico Milella, è emersa la capacità di alcuni esponenti di rilievo della criminalità barese di avere informazioni riservate. “Come facevano a sapere che Petroni aveva collaborato?” chiedeva la pm Lidia Giorgio. “Si sa sempre” rispondeva Milella.

Sul suo conto, appresa la notizia della sua decisione di collaborare con la giustizia, erano state diffuse notizie false: “Dicevano che mi drogavo per farmi apparire poco credibile ma io non fumo neanche le sigarette”

Le possibili fughe di notizie sono state confermate anche da altri particolari. Dopo l’arresto di 99 affiliati al clan Strisciuglio, Saverio De Santis conosceva fatti e circostanze che mai avrebbe potuto sapere. “Hanno trovato il kalashnikov”, “Il pentito mi accusa” aveva rivelato De Santis alla madre.