Giuseppe De Benedictis, l’ex giudice molfettese arrestato per corruzione e detenzione illegale di armi, poteva diventare presidente aggiunto dell’ufficio gip-gup di Bari, come riportato da La Repubblica.

Nel 2010 De Benedictis fu coinvolto in un’altra vicenda giudiziaria, relativa ad un arresto, sempre per detenzione illegale di armi, conclusa con un’assoluzione penale e un proscioglimento dal procedimento disciplinare.

Rientrato nel capoluogo pugliese dopo l’assoluzione, De Benedictis, godendo del sostegno di molti suoi colleghi, ha presentato nel 2019 la domanda per il posto di presidente aggiunto dell’ufficio gip-gup di Bari, venendo però escluso dal Consiglio Superiore della magistratura per la precedente vicenda giudiziaria. A spuntarla fu Maria Teresa Romita.

Il Tar Lazio ha però accolto il suo ricorso, ribaltando così la situazione e concludendo per l’annullamento della delibera del Plenum che aveva nominato la Romita presidente aggiunto.

Secondo il tribunale, il Csm avrebbe utilizzato le passate vicende giudiziarie di De Benedictis come causa ostativa alla sua promozione e ciò non poteva essere un deterrente, considerato che lo stesso Consiglio lo aveva precedentemente assolto dall’illecito disciplinare. Inoltre i giudici hanno accolto le rimostranze di De Benedictis in relazione alle modalità scelte per comparare i curriculum, suo e della collega Romita, concludendo per l’annullamento della delibera del Plenum che aveva nominato Romita presidente aggiunto.

Il Consiglio superiore della magistratura il 16 aprile scorso ha però proposto sospensiva al Consiglio di Stato, promuovendo la continuità delle funzioni, lasciando Romito al suo posto e fissando un’udienza per l’8 luglio, ma qualche giorno prima De Benedictis, stato perquisito e sorpreso con una mazzetta da 5mila 400 euro addosso, aveva presentato le proprie dimissioni proprio alla Romito.