Operatori sanitari, infermieri e ausiliari impegnati in prima linea nella lotta al coronavirus ma senza ricevere lo stipendio. Eroi che con dedizione e amore verso i propri pazienti non si tirano indietro. La storia arriva direttamente dalla rssa Umberto I di Mottola, struttura aperta nel 2017 e accreditata con l’Asl.

“Già nel 2018, quindi già prima dello scoppio della pandemia, abbiamo avuto ritardi di tre mensilità – racconta uno dei 20 operatori sanitari coinvolti nella vicenda -. Entro la fine dell’anno sono riusciti a regolarizzarsi con i pagamenti ma poi abbiamo dovuto fare i conti con i problemi dello stesso tipo nel corso dei mesi successivi”.

“Siamo stati costretti a rivolgerci ai sindacati perché abbiamo sempre avuto un ritardo di tre mensilità – continua -. Con la pandemia la situazione si è aggravata, non c’è stato comunicato che non avremmo percepito lo stipendio di settembre, ottobre, novembre e la tredicesima. L’azienda non ci ha fornito nessuna spiegazione, ci ha solo informato che appena incasseranno le rendite degli ospiti della struttura ci verseranno degli acconti”.

“Noi non ce ne facciamo niente, soprattutto in questo periodo d’emergenza e in prossimità delle festività – conclude -. La situazione è davvero traumatica, stiamo anche organizzando degli scioperi ma è chiaro che la situazione ce lo impedisce in parte, ci sono criteri da rispettare. Vogliamo gridare a voce alta e far si che tutti sappiano la nostra situazione, anche l’Asl. Ci sono problemi seri, l’azienda non riesce a gestire questa situazione. Abbiamo chiesto all’Asl di anticipare tutti i soldi e di cambiare gestione con un nuovo appalto, non possono lasciare 20 famiglie così”.