Un pastore e suo figlio, entrambi pregiudicati, prendono a pugni il comandante della Polizia Locale di Capurso, Alessandro Costanza. La notizia, diffusa con un duro commento dal sindaco del paese, Francesco Crudele, ha fatto il giro del web. Da tutta Italia è arrivata solidarietà al comandante e condanna per l’aggressione.

Sull’accaduto è in corso un’indagine condotta dai Carabinieri. Dal massimo riserbo trapela solo l’attesa per la decisione dell’autorità giudiziaria e la curiosità di capire se le telecamere di videosorveglianza abbiano ripreso il fattaccio. La violenza non può essere mai giustificata, ma crediamo che allo stesso modo sia giusto dare alla controparte il diritto di spiegare la propria versione dei fatti.

Giuseppe Pagone, 53 anni, è un ex pregiudicato che da una decina d’anni non ha più problemi con la giustizia. Insieme a lui, quel giorno, c’era il figlio 26enne Michele, anch’egli pregiudicato. Padre e figlio gestiscono l’azienda di famiglia. Secondo il racconto che ci viene fatto, i due si sarebbero presentati presso la sede del Comando giovedì scorso intorno alle 9.30.

“Il comandante Costanza – spiega il capofamiglia – era in borghese. Ero andato alla Polizia Locale per chiedere conto dell’accanimento nei nostri confronti”. Per effetto di un’ordinanza sindacale, Giuseppe non può far transitare il suo gregge di pecore da via Ognissanti. “In due settimane mi sono state elevate quattro contravvenzioni da 26 euro – aggiunge il pastore -. La prima l’ho pagata. Alla quarta sono andato al comando per chiedere spiegazioni”. L’ordinanza c’è e va rispettata. Punto. “Non ho alternative – continua Pagone -, a meno che non si discuta seriamente con l’Amministrazione e spero che il problema possa essere risolto una volta chiarito quanto successo”.

“Il comandante Costanza – spiega l’uomo, annunciando di voler rivolgersi al suo legale nel tentativo di poter accertare la sua verità dei fatti – mi ha affrontato colpendomi una decina di volte sul petto. Non ce le siamo mandate a dire e mio figlio, un ragazzo alto due metri, si è messo in mezzo allontanando lui e spintonando me per separarci. Evidentemente lo ha colpito e per questo sono rammaricato. In quel momento c’erano due vigili in divisa ad assistere a quanto accadeva”.

Oggi l’azienda di Pagone è stata al centro di un accertamento da parte dei Carabinieri del Nas e degli ispettori della Asl di Bari. “Ho fatto ogni cosa andasse fatta per rispettare le regole – conclude il pastore – hanno verificato anche il latte che impiego per produrre il formaggio che tengo per me o al massimo distribuisco a pochi familiari”. Il controllo, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, non sarebbe legato all’episodio di giovedì scorso.