L’inchiesta aperta dalla Procura di Bari sull’assunzione senza concorso di 284 precari della Regione Puglia, che saranno stabilizzati dallo Ente a partire dal 1° settembre, finisce nel mirino dell’Unione Europea, in particolare dell’Olaf, l’organismo che indaga sulle frodi al bilancio della UE.

Le presunte irregolarità, ricordiamo, sarebbero iniziate 10 anni fa quando, alla fine del primo mandato di Nichi Vendola, vari dipartimenti regionali presero ad assoldare personale a chiamata senza sottoporlo a concorso, attingendo a short list o segnalazioni di dirigenti e assessori permettendo così ai precari di accumulare negli anni titoli ed esperienza da utilizzare come argine rispetto all’ingresso di esterni.

All’attenzione della Procura, e ora anche dell’Unione Europea, l’elenco di 222 precari categoria D e 62 di categoria C. Tra questi anche figli di dirigenti di alcuni uffici regionali e amministratori locali ,tutti vicini al centrosinistra, consulenti di Finpuglia, Innovapuglia e Formez. A chiudere il cerchio della stabilizzazione, iniziata con i governi Vendola, la delibera con cui la Giunta Emiliano il 14 settembre scorso ha approvato la programmazione triennale del fabbisogno del personale, passando per la legge regionale 47 del 2014, e la determina del 3 luglio scorso con cui il dipartimento del Personale ha autorizzato l’assunzione dei 284 precari grazie all’impegno un altro milione e mezzo di euro.

Mentre da tempo piovono esposti e ricorsi, la Regione tira dritto difendendo la procedura con le unghie e con i denti, nonostante i vari riflettori accesi da più parti, compresa la Corte dei Conti. L’Olaf, dal canto suo, deve capire se effettivamente siano stati utilizzati fondi europei per aprire un canale parallelo di accesso al pubblico impiego a tempo indeterminato mediante procedure illegittime.