Questione migranti, a Palo del Colle ne discute la gente comune, ma anche la politica. Ce ne sono circa 80, collocati in un Cas, Centro Accoglienza Straordinario, a pochi passi da Parco Lenoci. Alcuni residenti hanno visto diversi extracomunitari in pieno giorno mentre spacciano. La cosa non è passata inosservata e alcuni residenti hanno deciso di fotografarli per testimoniare quanto accade sotto gli occhi di tutti.

Tra favorevoli e contrari, a suo tempo la notizia dell’arrivo dei migranti fece sollevare un polverone. Ancora oggi, forse proprio alla luce di quanto documentato, non tutti sono convinti che la soluzione adottata sia la migliore possibile.

“Sul Cas non c’è nessun controllo – ci ha detto il consigliere comunale Antonio Amendolara – la Prefettura si lava le mani, l’affida a un privato che affitta un casermone dove fa abitare i migranti, senza alcuna verifica sul rispetto dei requisiti igienico-sanitari”.

Alternativo al Cas è lo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, costituito dalla rete degli enti locali che, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata.

“Vengono selezionati per etnie – ha sottolineato Amendolara – non stanno tutti insieme, hanno l’obbligo formativo e la certezza di essere impiegati. Soprattutto vivono in condizioni igienico-sanitarie legali. Il Cas è autonomo, non sappiamo chi e quanti arrivano, lo Sprar è gestito dal Comune”.

Proprio questo aspetto è uno dei più controversi e su cui punta il dito Amendolara, che ha presentato una interrogazione in Consiglio e una sua proposta, ricevendo però una risposta piuttosto evasiva: “Se diciamo che bisogna accoglierli come fratelli – ha concluso – non dobbiamo trattarli come bestie”.