Alcuni colpi di pistola sono stati fatti esplodere in strada San Bartolomeo, a Barivecchia, la scorsa notte, sotto la finestra della sede che ospita la postazione 118 “ex Cto”, gestita dell’associazione di volontariato OER. Sul posto Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco.

Più volte abbiamo raccontato le pessime condizioni logistico-abitative di quella sede che ospita non una, ma ben due postazioni del 118, in una assurda convivenza: spazi angusti, cavo di alimentazione delle ambulanze “volante”, continue multe alle auto del personale sanitario, vari tipi di ingerenza da parte dei cittadini e dell’amministrazione comunale che non risparmia l’area di piazza Chiurlia dall’organizzazione di eventi, complicando l’attività del 118.

Tornando alla sparatoria, in strada San Bartolomeo abitano alcuni esponenti della famiglia Capriati, dunque prende piede l’ipotesi di un episodio criminale legato alla lotta fra i clan. Sottolineiamo spesso sviste e lacune del servizio sanitario regionale e della Asl di Bari in particolare, ma su questi episodi, e in generale sull’inadeguatezza della sede 118 in piazza Chiurlia, vanno prese prontamente decisioni radicali. Il primo elemento nell’efficienza di un soccorso in emergenza è la serenità dell’equipaggio, e quell’equipaggio non è sereno.