Nella mattinata di oggi militari del Comando Provinciale Carabinieri di Bari hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura, nei confronti di Vito D’Addabbo, Rocco Michele Caringella e Anna Masciopinto quali responsabili, in concorso, del delitto di omicidio in persona di Girolamo Perrone, fatto commesso con premeditazione.

D’Addabbo quale esecutore materiale, Caringella e Masciopinto quali istigatori, hanno volontariamente causato la morte del 24enne, nascondendola dietro a un apparente sinistro stradale. Un articolato progetto delittuoso portato a compimento il 5 ottobre 2016 mediante l’investimento di Perrone con l’autovettura Fiat Punto guidata da D’Addabbo, al fine di lucrare le somme corrisposte dalla compagnia assicurative a titolo di risarcimento conseguente al sinistro, delle quali avrebbe beneficiato la donna legata alla vittima in quanto suocera.

Le indagini hanno avuto inizio dopo la segnalazione del sinistro stradale avvenuto sulla SP16 Adelfia-Cassano delle Murge ed il rinvenimento da parte dei Carabinieri di Adelfia dell’autovettura Fiat Punto, che presentava il parabrezza sfondato e vistose ammaccature sulla parte anteriore del mezzo. Il conducente, in evidente stato di concitazione, aveva riferito di aver investito un pedone mentre attraversava la strada. In un vigneto adiacente all’arteria stradale, era stato ritrovato Perrone gravemente ferito ricoverato con urgenza  presso l’ospedale Di Venere di Bari. A nulla sono servite le cure perché il 26enne è deceduto il 10 ottobre 2016.

Le risultanze investigative evidenziavano che la presenza di D’Addabbo, nonché fratello uterino della Masciopinto, e di Perrone, non era casuale ma rispondeva ad un programmato disegno criminoso.

A seguito di quanto è stato appreso sono iniziate le indagini, articolatasi anche attraverso operazioni tecniche di intercettazione telefonica ed ambientale e l’audizione di collaboratori di giustizia che consentivano di lumeggiare la personalità di Caringella, precedenza autore di analoghe condotte fraudolente in danno di compagnie assicurative.

È emerso inoltre che gli indagati avevano proposto ad un altro soggetto, legato al Perrone da rapporti di frequentazione, il coinvolgimento in un sinistro stradale in suo danno al fine di lucrare il relativo indennizzo assicurativo.