Dopo un interrogatorio fiume durato otto ore, è stato fermato l’assassino di Antonio Andriani, il 54enne di Molfetta rimasto vittima di un agguato nel portone della sua abitazione sabato sera. Il killer è Crescenzio Bartoli, 43enne, marito della nipote della vittima, finora sconosciuto alle forze dell’ordine.

Il movente dell’omicidio sarebbe legato a futili motivi: Bartoli avrebbe infatti deciso di vendicarsi dei frequenti dispetti perpetrati nei suoi confronti da Andriani. Quest’ultimo avrebbe rubato le reti da pesca al nipote acquisito, umiliandolo in più occasioni, e l’avrebbe minacciato di forargli le ruote della macchina.

Proprio dopo aver trovato a terra gli pneumatici della sua auto, il 43enne avrebbe deciso di agire e farsi giustizia da solo, utilizzando una pistola trovata, a suo dire,  in un muretto a secco di un casolare di campagna.

La vittima era uscita dal carcere nel 2013, dopo una condanna a 20 anni di reclusione nell’ambito dei grandi blitz degli anni ’90 “Primavera” e “Reset”, relativi al traffico di droga. Non è ancora certo che il 44enne fosse andato a casa di Andriani per ucciderlo: il suo intento iniziale potrebbe infatti essere stato unicamente quello di spaventarlo.