Il cerchio si è chiuso sulle indagini dell’omicidio di Giuseppe Sciannimanico. A uccidere il giovane agente immobiliare sarebbe stato un suo ex collega dell’agenzia Tecnocasa di viale Japigia, il 47enne Giuseppe Perilli, presunto mandante dell’omicidio,  aiutato da Luigi Di Gioia, 51enne con piccoli precedenti per contrabbando, identificato come l’esecutore materiale. Entrambi sono ora in stato di fermo, con l’accusa di omicidio volontario.

All’origine ci sarebbero motivi di gelosia professionale. Secondo la ricostruzione degli agenti della Squadra Mobile, Perilli era il titolare dell’agenzia Tecnocasa di Japiga, ma il suo mandato gli era stato revocato e Sciannimanico avrebbe dovuto prendere il suo posto. L’uomo avrebbe quindi organizzato l’omicidio del suo successore in preda a gelosia professionale.

Dapprima Perilli era stato ascoltato come informato sui fatti, poi, col progredire delle indagini, gli agenti della squadra mobile avevano concentrato i sospetti su di lui, fino a disporre la perquisizione nella sua abitazione e nella sua auto.

Alla fine, dopo un interrogatorio durato diverse ore, conclusosi nella tarda notte scorsa, Di Gioia, cadendo in contraddizione, avrebbefatto capire la propria responsabilità nella vicenda. Nella sua identificazione da parte degli investigatori sono state essenziali le immagini dei circuiti di videosorveglianza istallati dalle attività commerciali della zona. Nessuna forniva un indizio incriminante ma hanno tutte contribuito a indirizzare le indagini verso il sospettato.

In queste ore, gli agenti della Squadra Mobile hanno provveduto a svuotare la sede dell’agenzia in viale Japigia di tutti i documenti e quanto possa essere di supporto all’indagine.