Depuratori Maji Group

L’acqua depurata fa bene alla salute, riduce notevolmente il consumo di  plastica e migliora la qualità della vita delle persone che la utilizzano.

Questo è un presupposto iniziale perché non vorremmo essere fraintesi a seguito della lettura di questo pezzo di inchiesta. Nel quale vengono utilizzate formule dubitative in quanto a fronte delle fonti raccolte per la presente inchiesta giornalistica è necessario attendere le determinazioni dei probabili danneggiati e gli esiti delle eventuali verifiche da parte dell’autorità giudiziaria competente.

La storia che vi racconteremo ha a che fare con i depuratori, ma questi parrebbero essere solo un mezzo utilizzato per compiere azioni quantomeno nebulose, certamente di concorrenza sleale, probabilmente anche dai connotati illeciti.

Se avete acquistato un depuratore d’acqua, recentemente o nel passato, non dovreste assolutamente perdere questa lettura perché state rischiando grosso.

Se non lo avete ancora acquistato, e vi consigliamo sempre di farlo, dovreste sapere di chi potervi fidare e di chi dovreste tenere lontano dalle vostre case.

Quella che vi stiamo per raccontare oggi è la storia di inganni e raggiri perpetrati, con particolare malizia e astuzia nei confronti dei consumatori di diverse regioni italiane, per mano di un imprenditore barese e dei suoi collaboratori, di tutta evidenza inequivocabilmente compiacenti.

Ma partiamo dal principio, dal 25 gennaio 2023, data in cui è stata costituita la società Maji Group srl, protagonista della nostra storia, in quanto, nonostante la sua recente costituzione, sembrerebbe già in grado di mettere a segno molti colpi gobbi grazie all’astuzia e alla premeditazione delle condotte sleali, perfettamente congegnate a tavolino.
Tutto è iniziato qualche giorno fa, quando in redazione sono arrivate due segnalazioni di una presunta truffa nella provincia di Brindisi.

Entrambe le testimonianze erano legate ad una presunta frode inerente ad impianti di depurazione di acqua: una denunciava una sostituzione inconsapevole di contratto di manutenzione, l’altra un’appropriazione indebita di denaro.

Di denunce ne riceviamo a decine ogni giorno e li per li non abbiamo dato il giusto peso e la giusta importanza ai fatti descritti, non accorgendoci neanche del fatto che in entrambi i casi venisse citata sempre la Maji Group Italia Srl.

Il nostro interesse è aumentato quando, nei giorni seguenti, le denunce di ritenute  truffe identiche alle prime due hanno continuato a giungerci nella casella mail, sulla pagina Facebook e sull’account Whatsapp.

A quel punto ci siamo resi conto della vastità del problema e non abbiamo potuto far altro che avviare la nostra inchiesta. Ecco il resoconto di ciò che abbiamo scoperto in oltre un mese di incessante lavoro ed approfondite indagini. Siamo pertanto partiti dalla ricerca di informazioni circa la Maji Group Italia srl, scoprendo che la stessa ha la sede sociale in Via Della Libertà 57/D ad Agliana (provincia di Pistoia). Inoltre, l’unico socio nonché l’amministratore della società risulta essere tale Alessandro Melchiorre.

Pertanto, sulla base di queste ulteriori informazioni, siamo risaliti all’amministratore della società, scoprendo che lo stesso è un ex funzionario commerciale di Biosalus, una delle più importanti aziende italiane nel campo della depurazione, con oltre 30 sedi  commerciali in tutta Italia. Da ciò che abbiamo potuto apprendere, Melchiorre ha ricoperto un ruolo da responsabile commerciale dell’azienda Biosalus per diverso tempo, gestendo direttamente diverse sedi, la più importante di queste si trovava a Brindisi. Grazie al suo ruolo alla guida di una rete commerciale molto strutturata, il 40enne di origini baresi avrebbe però avuto anche accesso ai dati sensibili di decine di migliaia di clienti della Biosalus.

Ed è qui che qualcosa è andato storto perché, proprio dall’utilizzo scorretto di questi dati, poi sono nate le condotte sleali, probabilmente di stampo illecito, che la Maji Group  Italia Srl starebbe mettendo a segno.

Qualcuno potrebbe chiedersi come sia possibile che un dipendente aziendale possa poter maneggiare con facilità una mole di dati così imponente. 
La risposta è semplice: il manager che dirige una rete commerciale ha l’accesso ai dati dei clienti, ai contratti che hanno sottoscritto e ai vari interventi di manutenzione programmati.  Questi dati passano tutti per la sua scrivania, non c’è molto che si possa fare perché ciò non avvenga.

La responsabilità del manager è quella di utilizzare questi dati per onorare  il proprio incarico ed assicurarsi che tutto funzioni alla perfezione, ovviamente nel rispetto della privacy e della tutela del dato trattato. Pertanto, sulla base di quanto emergerebbe, dopo aver bruscamente interrotto il suo decennale rapporto con Biosalus Italia, parrebbe che l’amministratore di Maji Group Italia srl sia venuto meno a tali responsabilità derivanti dal ruolo che ricopriva, in quanto costituisce la sua nuova società portando con sè decine di collaboratori della rete commerciale che gestiva, assoldandoli nel suo nuovo progetto imprenditoriale.

Sin qui nulla di nuovo sotto il cielo: una persona inizia una carriera in un’azienda e poi, per un motivo o per un altro, ad un certo punto ha voglia di mettersi in proprio.
Quello che però non  sarebbe meritevole di lode è il susseguirsi di attività volutamente scorrette – tanto da potersi probabilmente dire penalmente rilevanti – che MaJi Group, già dai suoi primi giorni di attività, avrebbe messo in atto ai danni dei clienti di Biosalus Italia (e non siamo in grado di verificare se siano state colpite anche altre aziende  del settore).
I tentativi di raggiro raccontateci da diverse lettori, sono sostanzialmente due. Leggete questo passo con grande attenzione perché Maji Group Italia, di questi colpi, pare ne stia mettendo a segno molti al giorno.

Avendo avuto accesso a tutte le anagrafiche della rete commerciale gestita in precedenza, Alessandro Melchiorre per tramite della sua Maji Group avrebbe avviato una campagna di chiamate telefoniche a tutti i clienti in possesso di un depuratore d’acqua Biosalus, autorizzando i propri collaboratori ad identificarsi come “Centro Assistenza Biosalus”, con l’intento di fissare un appuntamento per il cambio filtri periodico del depuratore  installato in casa.

I malcapitati, abituati ad essere contattati dall’azienda e appurato che l’operatore call center sia a perfetta conoscenza dei propri dati personali, delle caratteristiche della macchina e dell’ultimo cambio filtri effettuato, non hanno nessun motivo di sospettare un raggiro e si accordano per un appuntamento in casa.

Al momento della visita i tecnici si qualificherebbero come “Operatori Biosalus”, procedendo al cambio filtri con ricambi non originali e, incassata la cifra concordata (identica a quella di Biosalus) per una sostituzione che fa immediatamente decadere la  garanzia di casa madre, partirebbero subito con il secondo pezzo della condotta sleale.

Sottoporrebbero al cliente un nuovo contratto di manutenzione di cui abbiamo ricevuto molte foto e scansioni, intestato non più Biosalus Italia bensì a Maji Group Italia, invitando a firmarlo per rinnovare la garanzia di altri 10 anni e abbassare il costo del cambio filtri di circa 20€.

Trovandosi in casa lo stesso tecnico che ha montato originariamente il proprio impianto – in quanto per Maji lavorerebbero alcuni tecnici ex Biosalus, probabilmente utilizzati allo scopo unico di non far insospettire il cliente – ed essendo sicuro che tutto venisse fatto in buona fede, firma questo nuovo contratto e si trova legato a Maji Group Italia per 10 anni, con una promessa di garanzia su macchinari altamente tecnologici per i quali,  certamente, in quanto impianti marchio Biosalus, né posseggono pezzi di ricambio, né hanno il know-how necessario per effettuarne la manutenzione senza arrecare gravi danni.

In questo caso i danni possono essere di diversa natura, non conoscendo la natura dei filtri non originali inseriti nei depuratori. Abbiamo intervistato una delle lettrici che ha denunciato le condotte di Maji Group Italia e riportiamo testualmente le sue dichiarazioni.
“Sono stata contattata da questa azienda e avevano tutti i miei dati, sapevano tutto del mio depuratore e quindi ho pensato che fossero sempre gli addetti della Biosalus, mi hanno chiamato per il consueto cambio filtri e si sono presentati a casa come se non fosse nulla.
Solo alla fine mi hanno chiesto di firmare un contratto con questa nuova agenzia che si sarebbe sostituita alla Biosalus in quanto non più operante nella provincia di Taranto”.
Ovviamente alla vista di un nuovo contratto, quando ne esisteva già uno con la Biosalus la signora avrebbe incalzato: “Come mai non mi avete detto tutto prima? Al telefono o meglio, ancora prima di effettuare il cambio dei filtri in casa mia?”. Subito dopo l’accaduto la signora ha chiamato la Biosalus che ha smentito ogni cosa non essendo a conoscenza di questa operazione in corso. La signora ha poi provato a chiamare la nuova azienda ma nessuno ha mai risposto al telefono.

“Solo alla fine il tecnico mi ha confidato che erano legati alla Biosalus e che si sono sganciati per avviare questa nuova azienda che avrebbe però di fatto preso i dati sensibili dei clienti della Biosalus, ora che mi è chiara la situazione cercherò di recedere immediatamente da questo contratto”.

Un altro cliente con il quale abbiamo potuto parlare, ci ha raccontato questa storia: “Sono stato raggiunto telefonicamente da quello che credevo essere il centro assistenza telefonico della Biosalus Italia, azienda che mi segue da oltre 5 anni per i depuratori di tutta la mia famiglia. Ho preso appuntamento per un determinato giorno ma poi ho avuto un problema personale e avevo bisogno di cambiare l’orario dell’intervento.

Ho contattato il centro assistenza di Bari usando il numero presente sul sito web di Biosalus Italia ma la responsabile non riusciva ad individuare il mio appuntamento. Sono stati molto gentili ed onesti, mettendomi subito al corrente di quello che stava accadendo con Maji Group e mi hanno fornito tutte le prove e le argomentazioni utili a confermare quanto affermato.

A quel punto ho voluto capirci di più e ho deciso di rimandare il mio impegno personale e di aspettare il sedicente tecnico Biosalus, però in compagnia di quello ufficiale.
Alle 17:00 in punto qualcuno ha suonato al citofono ed ho risposto chiedendogli di salire dato che il suo collega era già al lavoro sull’impianto.

A quel punto, sentendosi in trappola, il tecnico (poi identificato come un ex dipendente Biosalus ora dipendente di Maji Group) ha scavalcato  il cancello della villetta e se l’è data a gambe”.

La vittima del tentato raggiro, dopo aver colloquiato con la guardia di finanza e aver inteso che non si sarebbe potuto far molto in assenza di flagranza di reato o di prove concrete, ha deciso di non sporgere più nessuna denuncia. In compenso ha accettato di farsi intervistare da noi, restando a disposizione qualora fosse necessaria una sua dichiarazione sui fatti che qui stiamo narrando.

Il secondo raggiro della Maji Group è ancora più subdolo ed   economicamente pericoloso per chi ne fosse vittima. Capita che alcune vendite, effettuate per contanti, prevedano il versamento di un acconto alla sottoscrizione del contratto ed un saldo all’avvenuta installazione, ovviamente tutto debitamente indicato e sottoscritto nei contratti di vendita.
In questi casi il cliente deve inviare un bonifico all’azienda e conservare la distinta del versamento come prova dell’avvenuto pagamento.

Purtroppo, avendo accesso anche a queste informazioni, alcuni ex venditori Biosalus ora operanti sotto l’egida di Maji Group Italia, avrebbero contattato i clienti con questa tipologia di contratto per proporre un incasso a mano delle somme ancora da versare.
Fortunatamente molti avrebbero insistito per versare con bonifico, evitando di fatto di essere raggirati delle somme che avrebbero versato.

Altri invece si sarebbero fidati del funzionario commerciale con il quale avevano firmato il contratto e, assai incautamente, avrebbero accettato un incontro dal vivo per il versamento pro manibus delle somme indicate sul contratto.

Questo è successo ad un carabiniere pugliese, che avrebbe consegnato ben 950€ direttamente nelle mani dello stesso funzionario commerciale che poche settimane prima aveva accordato e compilato il contratto di acquisto di un depuratore con la più nota azienda Biosalus Italia.
Dopo aver insistito qualche giorno per ottenere una ricevuta del versamento brevi manu, il carabiniere chiama in sede Biosalus per sollecitare quanto dovutogli ma scopre con grande sorpresa che le sue somme non risultano accreditate sui conti aziendali né tantomeno sono state raccolte a mano in quanto la procedura non è autorizzata dall’azienda in nessun modo.

Raggiunto telefonicamente da un nostro giornalista, il funzionario commerciale in questione ha affermato di aver prelevato le somme su ordine dell’amministrazione di Maji Group e di averle consegnate direttamente all’amministratore Melchiorre nel suo ufficio di Brindisi.
Ecco, queste sarebbero le condotte sleali, se non illecite messe in piedi dalla Maji Group srl ed evidentemente da chi la gestisce.

Come se non bastasse, poi, pare che i collaboratori di Maji Group si dedichino anche al danneggiamento degli impianti pubblicitari di proprietà della Biosalus, come si può evincere dal video pubblicato in questo articolo.

Riteniamo di esprimerci con un certo grado di certezza in ordine alla paternità delle condotte di danneggiamento in capo proprio a persone della  Maji Group perché in quel video i due soggetti si sono rintanati negli uffici  brindisini della Maji Group dopo essere stati redarguiti dal gestore del cartellone danneggiato.

A seguito di tutto quello che vi stiamo raccontando, abbiamo provato a raggiungere Alessandro Melchiorre nella sede indicata sulla visura camerale, Via Della Libertà 57/D ad Agliana (provincia di Pistoia) ma li ha  sede la CoOffice Agliana: un coworking dedicato a liberi professionisti dove nessuno pare abbia mai sentito parlare di Maji Group Italia.
Strano che un barese purosangue, con sedi aziendali a Bari, Brindisi, Taranto, Caserta, Pozzuoli, Reggio Calabria e Torino, abbia deciso di fissare la sede legale della propria unica azienda a Pistoia, per di più in un coworking nonostante tutti gli uffici nelle proprie disponibilità.

Raggiunta al telefono dalla nostra redazione, l’amministrazione di Biosalus Italia, rassicura i nostri lettori con tre buone notizie. La prima è che tutti i clienti che si dovessero trovare con un contratto di manutenzione  che si riteneva riconducibile a Bioslaus e non lo è  e/o con dei filtri non originali montati nel proprio depuratore, potranno richiedere il ripristino del pieno funzionamento della macchina e non perderanno la garanzia e la copertura decennale dell’assistenza gratuita.

La seconda è che sono state avviate tutte le pratiche legali per far si che le condotte sin qui raccontate messe in atto da questa organizzazione possano cessare  il prima possibile.
La terza è che da oggi sarà disponibile il numero verde 800.20.40.60 per poter chiedere una verifica in caso di dubbi su cambi filtro e pagamenti per contanti sollecitati a nome di Biosalus. Nel frattempo è già partita una campagna di mail, sms e chiamate per avvisare le decine di migliaia di clienti di Biosalus Italia, purtroppo molto danneggiata dalle attività illecite che vi abbiamo appena finito di raccontare.

Per dovere di cronaca abbiamo provato a contattare il signor Alessandro Melchiorre numerose volte senza mai riuscire nell’intento di poterlo intervistare.
Ovviamente siamo a sua disposizione per garantirgli il diritto di replica e per chiarire la sua posizione decisamente molto opaca. Nei prossimi giorni contatteremo anche l’attrice Martina Stella, recentemente assoldata come testimonial di Maji Group e probabilmente ignara di quanto starebbe avvenendo (anche) grazie alla sua spinta pubblicitaria.