Il 5 maggio scorso l’Oms ha dichiarato finita l’emergenza sanitaria Covid-19 dopo tre anni. Tamponi, mascherine, sirene, zona rossa e zona gialla sembrano ormai un lontano ricordo, ma quanto di questo è stato del tutto eliminato e quali precauzioni è ancora necessario seguire? La pandemia sarà pur cessata, ma il rischio di contagi no.

Il ministro Schillaci, il 28 aprile, ha emesso un’ordinanza che limita l’obbligatorietà di mascherine negli ospedali, per visitatori, lavoratori e utenti delle strutture sanitarie nei reparti che ospitano pazienti fragili, specialmente se ad alta intensità di cura, immunodepressi o anziani, e nelle residenze per anziani, hospice e strutture riabilitative.

Nelle altre strutture, negli altri reparti ospedalieri e nelle sale di attesa la decisione circa l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di visitatori e operatori sanitari resta a discrezione delle Direzioni sanitarie, che possono obbligarne l’uso a tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria. Lo stesso vale per i tamponi per accedere ai Pronto soccorso: la scelta ricade sulle Direzioni sanitarie e le Autorità regionali.

Al contrario l’uso del tampone preventivo resta obbligatorio per chi deve sottoporsi a ricovero o day hospital o day service, o anche per ricoveri effettuati passando dal Pronto soccorso, non per sottoporsi a visite mediche specialistiche. L’uso delle mascherine è stato eliminato fuori dai reparti ospedalieri di degenza, così come le limitazioni per gli accompagnatori di chi si reca in Pronto soccorso.

La Regione, per quanto riguarda invece i medici di famiglia e i pediatri, ha rimandato alle linee guida predisposte da Fimmg e Fimp, secondo le quali l’uso della mascherina per i medici è fortemente consigliata, e potrà essere richiesta anche ad alcuni pazienti con situazioni epidemiologiche o se sintomatici che accederanno allo studio medico.

Ieri all’ordine del giorno per la giunta regionale c’è stato anche l’argomento della gestione del personale nelle Asl e nelle Sanitaservice. Con la firma di una delibera dell’assessore Rocco Palese e del capo dipartimento Vito Montanaro, c’è stata una ricognizione del personale attualmente in servizio nel sistema sanitario, sottolineando come l’avvio delle procedure per le assunzioni avverranno solo dopo l’autorizzazione della giunta in base ad un piano ad hoc, eccezione fatta per il personale del 118.

Secondo i dati, dal 2019 al 2022, il personale in servizio nelle Asl è salito da 39mila a 44.251 unità, più circa 6.500 addetti nelle Sanitaservice, a cui è stato applicato un nuovo modello organizzativo: sono stati introdotti limiti al numero di unità di personale destinati ad ogni singola funzione. L’obiettivo futuro regionale per le prossime assunzioni è quello di privilegiare il potenziamento dell’assistenza territoriale.

Antonio Fasanella, direttore uscente unico candidato, è stato decretato idoneo dalla giunta regionale per la conferma a direttore generale dello Zooprofilattico di Foggia.

Le nuove misure adottate sono ben lontane, senza ombra di dubbio, da quelle richieste in piena emergenza sanitaria, seppur necessarie e fondamentali difronte ad un virus che continua a muoversi, di cui ora conosciamo nome, portata e conseguenze ma che non deve farci abbassare la guardia, soprattutto guardandoci indietro e in ricordo di chi in questi tre anni ha perso la propria vita.