I casi di suicidio tra student3 stanno assumendo proporzioni sempre più allarmanti: non si tratta di casi isolati, bensì di vittime di un sistema che vede nel merito la pietra miliare, che lascia indietro e fa sentire sbagliatə chi non rispetta determinati standard“. Con queste parole pubblicate sulla propria pagina Facebook, l’associazione studentesca Link Bari, spiega le motivazioni alla base del flash mob organizzato nella mattinata di oggi, giovedì 4 maggio, in Piazza Cesare Battisti. Di fronte al palazzo che ospita la Facoltà di Giurisprudenza, i partecipanti hanno simbolicamente abbattuto il muro del merito, ma con una motivazione molto concreta e precisa. Secondo gli studenti il merito, come pilastro dell’università italiana, crea stress e malessere psicologico.

È lo stesso coordinatore di Link Bari, Gennaro Cifinelli, a spiegare questo punto. Il primo passo per garantire a tutte e a tutti il benessere psicologico è l’eliminazione del merito come principio fondante della nostra università“. E aggiunge “Non possiamo più accettare di vivere in un’università che replica le dinamiche competitive che caratterizzano ormai tutta la società. La conseguenza di questo è un profondo senso di inadeguatezza, incertezza e precarietà che investe gli studenti universitari fin dal principio del percorso accademico“. Il coordinatore conclude spiegando “Non rispettare i criteri meritocratici significa non accedere a nessuna agevolazione economica e quindi a vivere un percorso di studi insostenibile“.

La richiesta dell’associazione studentesca

È la senatrice accademica di Link Bari, Silvana Federighi, a tratteggiare la richiesta fatta a Università e città di Bari per garantire un maggior benessere psicologico di studenti e studentesse. “Chiediamo che l’ateneo e la città si impegnino ancora di più per garantire a tutte e tutti l’accesso ai percorsi di counseling e di psicoterapia, quanto mai essenziali per prevenire il fenomeno più preoccupante dei suicidi tra gli studenti“. Fornisce inoltre alcuni dati a supporto del fatto che sono sempre di più gli studenti che hanno necessità di accedere a percorsi di psicoterapia. “Il 33% degli studenti universitari soffre d’ansia mentre il 27% soffre di depressione. È un’emergenza, è la nuova pandemia che investe una generazione e oggi sono necessarie risposte, non è accettabile che ogni anno circa 400 giovani under 24 decidano di togliersi la vita, è una strage di stato su cui non possiamo rimanere in silenzio. Chiediamo con forza nuove misure di sostegno psicologico e l’abbattimento del sistema universitario meritocratico“.